logo san paolo
lunedì 27 marzo 2023
 
Colloqui con il Padre
 

Ferma condanna per chi usa il nome di Dio per uccidere

29/01/2015  Ci scrivono: «Non intendiamo cadere nell’errore dell’islam fanatico, che vuole dare un unico colore al mondo con la forza. Tuttavia, non si può negare che le nostre radici sono cristiane. E non si comprende perché debbano essere ignorate» Don Sciortino risponde

Ci sembra che l’Occidente stia sottovalutando il rischio terrorismo del mondo musulmano. I recenti episodi che hanno interessato l’Africa e la Francia ne sono la prova più eclatante. Non vorrei che, come spesso accade, si chiudesse la stalla dopo che i buoi sono scappati. La lezione dell’11 settembre, con l’attacco alle Torri gemelle, pare sia servita a poco. Non vogliamo metterci in cattedra e dire ai Governi quali provvedimenti prendere. Non possiamo, però, non rilevare che aver trasformato la tolleranza in lassismo o, peggio, in menefreghismo, ha portato ai risultati che tutti conosciamo.

Facciamo qualche esempio per spiegarci meglio: se in una scuola il direttore decide di fare il presepe a Natale, per il bambino musulmano questo non deve costituire un problema, tanto meno essere percepito come una volontà di proselitismo. Perché, a differenza di un certo islam, il cristianesimo si basa su altri presupposti. Allo stesso modo, se Demetrio e Maria Luisa vanno a scuola negli Emirati Arabi, non diranno nulla se nelle aule c’è l’icona di Maometto. Se poi si dà la possibilità a una comunità islamica in Italia di avere la propria moschea, si controlla in anticipo la fedina penale degli imam e si impone loro di parlare italiano. Anche perché la stragrande maggioranza di chi la frequenterà è gente di seconda generazione, quindi italiani a tutti gli effetti! Saranno altri i contesti in cui essi potranno parlare l’arabo, che nessuno gli impedirà di coltivare, perché le tradizioni vanno mantenute anche se si è emigrati in altri Paesi.

Già, le tradizioni. Ossia l’identità. Il presidente francese Hollande si sta sgolando nel ribadire che l’identità dell’Europa è la libertà d’espressione e la democrazia. Noi aggiungeremmo anche la cristianità. Non intendiamo cadere nell’errore dell’islam fanatico, che vuole dare un unico colore al mondo con la forza. Tuttavia, non si può negare che le nostre radici sono cristiane. E non si comprende perché debbano essere ignorate in nome di un frainteso senso della tolleranza. Vanno, invece, vissute e testimoniate. Certo non imposte, ma neppure calpestate. Se il mondo cristiano si fosse indignato per il gesto sconsiderato di tre ragazze in piazza San Pietro o per altri abomini che circolano su Youtube contro la nostra religione, forse avremmo già risolto tanti problemi.

Non c’è bisogno di imitare gesti folli come quelli di un certo islam, ma una presa di posizione forte contro la blasfemia, sì. Nessuno può utilizzare a proprio uso e consumo il concetto di “libertà”. Ci stupiamo, infine, di non aver sentito da parte dell’islam moderato parole di dura condanna nei confronti della violenza scellerata dell’Isis, inclusa la volontà di convertire forzatamente all’islam i prigionieri o di violentare le donne per far nascere bimbi “musulmani”. Ci auguriamo che l’islam, che si definisce moderato, si indigni sufficientemente. E che prenda le distanze non solo a parole, ma agisca assieme all’Occidente per debellare violenza e terrorismo fanatico. Insomma, che anche nel mondo musulmano nasca uno Schindler che crei la sua “lista” di persone che si salveranno dall’abominio.
DEMETRIO E MARIA LUISA

Avete perfettamente ragione: di fronte a crimini così efferati fatti nel nome di Allah, quali quelli di Parigi o quelli che ci mostrano le Tv, ormai quasi ogni giorno, in altre parti del mondo ad opera dell’Isis o di Boko Haram, l’islam cosiddetto moderato non può più tacere. Deve venire allo scoperto. Allo stesso modo di come si espone papa Francesco, che condanna fermamente, senza incertezze e ambiguità, il terrorismo che usa il nome di Dio per uccidere il fratello. E che, in più occasioni, ha chiesto direttamente ai leader musulmani di pronunciarsi e far capire al mondo intero che il vero islam non ha nulla da spartire con questi terroristi. È nel loro interesse mostrare il volto pacifico e tollerante dell’islam, perché sono anch’essi vittime di questi “folli macellai”. Le religioni hanno un ruolo importante per la pace nel mondo, anche se non tutti credono che il dialogo sia una valida soluzione. E c’è anche chi invoca reazioni aggressive, se non una vera e propria “guerra santa” contro l’islamizzazione dell’Occidente. La paura è sempre cattiva consigliera, e i politici che la cavalcano per specularne benefici elettorali mostrano d’aver abdicato al buon governo, cedendo a uno sterile populismo. Così come invocare le radici cristiane e chiudersi al dialogo, alla conoscenza e al rispetto dei credenti di altre religioni è una vera e propria contraddizione con il messaggio del Vangelo.
D.A.

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo