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sabato 12 ottobre 2024
 
 

«Fermate l'inutile massacro in Siria»

05/09/2013  Papa Francesco scrive una lettera ai leader del G20 in corso a San Pietroburgo invitandoli a trovare presto una soluzione al di fuori delle armi e dicendo no ad «ogni vana pretesa di una soluzione militare». Poi lancia un appello per le vittime: «Un dovere morale di tutti i governi del mondo favorire ogni iniziativa volta a promuovere l'assistenza umanitaria a coloro che soffrono a causa del conflitto dentro e fuori dal Paese»

L’offensiva di pace di papa Francesco sul conflitto siriano non si ferma. Dopo aver proclamato per sabato prossimo una giornata di digiuno e di preghiera invitando tutti, non solo i cattolici, ad aderire, la sua voce è arrivata sotto forma di appello accorato al G20 in corso a San Pietroburgo con una lettera scritta a Vladimir Putin, presidente del summit, e rivolta a tutti i leader degli Stati che vi partecipano.

Il Papa sottolinea come« troppi interessi di parte hanno prevalso da quando è iniziato il conflitto siriano, impedendo di trovare una soluzione che evitasse l'inutile massacro a cui stiamo assistendo». Poi chiama in causa direttamente i capi di Stato e di governo: «Essi », auspica Francesco, «non rimangano inerti di fronte ai drammi che vive già da troppo tempo la cara popolazione siriana e che rischiano di portare nuove sofferenze ad una regione tanto provata e bisognosa di pace».

E aggiunge: «A tutti loro, e a ciascuno di loro, rivolgo un sentito appello perché aiutino a trovare vie per superare le diverse contrapposizioni e abbandonino ogni vana pretesa di una soluzione militare».

Il Pontefice, quindi, ha ribadito la posizione già espressa in precedenza: nessun intervento armato chiedendo che «ci sia, piuttosto, un nuovo impegno a perseguire, con coraggio e determinazione, una soluzione pacifica attraverso il dialogo e il negoziato tra le parti interessate con il sostegno concorde della comunità internazionale».

«Inoltre », sottolinea Bergoglio, «è un dovere morale di tutti i governi del mondo favorire ogni iniziativa volta a promuovere l'assistenza umanitaria a coloro che soffrono a causa del conflitto dentro e fuori dal Paese». Nella prima parte, il Papa afferma tra l'altro che la «economia mondiale potrà svilupparsi realmente e garantire una vita degna a tutti esseri umani», di «ogni abitante della terra», non solo dei cittadini dei paesi del G20, se la «crisi economica» sarà affrontata «con rispetto della persona umana e dei più deboli».

Le iniziative diplomatiche della Santa Sede, intanto, procedono. In contemporanea con la lettera del Papa ai leader del G20, in Vaticano è stato convocato il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede per spiegare la posizione ufficiale sulla questione siriana, riassumibile – come ha spiegato padre Lombardi ai giornalisti – in alcuni elementi:  salvaguardia della «integrità territoriale del Paese», «rispetto di tutte le minoranze, inclusi i cristiani» e dei diritti di «cittadinanza», «che tutti sono cittadini di pari dignità».

All’incontro erano presenti 71 rappresentanti diplomatici presso la Santa Sede, cioè «la quasi totalità degli ambasciatori residenti» ai quali sono state anche illustrate le iniziative di pace per la Siria e la veglia di preghiera convocata dal Papa per sabato prossimo.
A tenere l’intervento, durato circa 20 minuti, è stato monsignor Dominique Mamberti, segretario per i rapporti con gli Stati.

Nella mattinata di giovedì si era sparsa la voce che il Papa avesse telefonato personalmente al presidente siriano Assad. A rilanciare la notizia l'edizione online del quotidiano argentino Clarin, citando fonti vaticane, che aveva scritto che  Bergoglio avrebbe chiesto al presidente siriano di fermare, per quanto possibile, la repressione messa in atto contro i ribelli e di adottare un atteggiamento più conciliante. Poco dopo però è arrivata la smentita ufficiale da parte del Vaticano.  

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