suor Eugenia Bonetti, tra le promotrici della prima Giornata internazionale contro le schiavitù.
Si celebra, oggi, nel giorno della festa di Santa Giuseppina Bakhita, la piccola schiava del Sudan che, una volta liberata, divenne una religiosa canossiana ed è infine assurta agli onori degli altari, la prima Giornata mondiale contro le schiavitù e la tratta di persone. Un fenomeno orrendo, che opprime almeno 21 milioni di persone nel mondo e che papa Francesco, fin dall'inizio del proprio pontificato, ha definito "un crimine contro l'umanità".
Raccogliendo l'appello del Papa, le Unioni internazionali maschili e femminili dei Superiori e Superiore Generale, il Pontificio consiglio per la pastorale dei migranti, il Pontificio consiglio della Giustizia e della Pace, la Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica hanno promosso questa giornata internazionale di preghiera e riflessione. Diocesi, parrocchie, gruppi e scuole si sono mobilitati per contrastare questo crimine.
Ogni anno più di 2 milioni e mezzo di persone sono vittime del traffico di esseri umani, e per il 60% sono donne e minori. Un fenomeno perverso di cui dovremmo avere più coscienza, soprattutto nel momento in cui anche in Italia si parla di "quartieri a luci rosse" per legittimare una prostituzione che in gran parte vive proprio di vittime della tratta.
Per dare un piccolo ma concreto segnale di partecipazione alla Giornata, si può visitare il sito Slavesnomore e accendere un candela elettronica per le vittime della tratta. Per fare, tutti insieme, più luce su questo dramma.