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venerdì 15 novembre 2024
 
 

Aiutiamo i nostri figli a emanciparsi

23/06/2014  Padre Renzo Ferraroli, direttore del Cospes di Arese, considera positivamente la provocazione di Sting. Può far riflettere i genitori sul loro modo di educare i figli. L'importante è aiutarli a diventare autonomi, incoraggiarli nel ricercare un lavoro soddisfacente e ne. costruirsi il proprio futuro.

Il cantante inglese Sting disereda i suoi 6 figli. Di certo non per mancanza di affetto. Anzi! Desidera che si realizzino da soli, attingendo alle proprie capacità e lavorando sodo, piuttosto che facendo affidamento sull'ingente patrimonio paterno (valutato in ben 180 milioni di sterline).  Siamo di fronte a un nobile atteggiamento educativo o, piuttosto, a una classica (ed ennesima) esagerazione da star?

Al momento, sappiamo solo che la scelta della pop star ha destato non poche attenzioni e curiosità.
«Innanzitutto, mi sembra interessante capire come Sting, in qualità di genitore, ha spiegato questa notizia ai suoi figli», commenta Padre Renzo Ferraroli, sacerdote salesiamo, psicoterapeuta e direttore del Cospes di Arese (Milano). «E, in seconda battuta, indagare che tipo di rapporto ha costruito con loro per poter dire apertamente questa decisione. Trovo questo aspetto molto importante oggi. Sembra quasi che il comportamento di Sting voglia rispondere a una provocazione lanciata circa 60 anni fa da Josè Ortega Y Gasset, filosofo spagnolo vissuto tra l'800 e il '900. Egli sosteneva, infatti, che l'epoca a cui la società sarebbe andata incontro sarebbe stata l'epoca del "signorino soddisfatto". Con questa definizione voleva sottolineare che i ragazzi educati in un certo modo avrebbero potuto avanzare pretese sproporzionate: "Tu mi hai messo al mondo, quindi io sono l'erede a cui tutto è dovuto". L'idea che questo cantante mette in evidenza a livello educativo mi sembra corretta, al di là del fatto se riesca o meno a realizzarla. Riesce a contrastare uno dei rischi oggi più diffusi, cioè che i ragazzi vogliono ottenere tutto e subito. Al di là della situazione specifica, trovo che questa decisione costituisca un momento importante su cui tutti i genitori possono riflettere: su quello che stanno insegnando ai figli, se davvero li aiutano a emanciparsi e a raggiungere la vera autonomia. Spesso fanno tante cose ma non sono veramente autonomi, dipendono in tutto e per tutto dai genitori»

Il celebre cantante, quindi, starebbe percorrendo un binario positivo: «Come provocazione non la vedo affatto male! Anni fa dicevo ai ragazzi che seguivo: "Guarda che tu puoi essere pure il figlio di Agnelli. Ma i soldi sarebbero sempre di tuo padre. Tu, invece, devi guadagnare da solo. Devi imparare da tuo padre come si fa a lavorare e a vivere autonomamente"».

A conti fatti, quindi, la condizione del "signorino soddisfatto" non vuole essere un'accusa diretta ai ragazzi, ma una provocazione per noi adulti: «Secondo me», prosegue Padre Renzo, «noi dobbiamo aiutare questi ragazzi a emanciparsi in un senso corretto. Il passaggio da compiere potrebbe essere questo: da "Avere tutto e subito con pretesa" a "Puoi avere tutto a suo tempo, se fai anche tu la tua fatica per conquistarti un risultato". Poi, certo, i genitori ci sono sempre, e aiutano! Ma li aiuteranno non dando loro dei beni a dismisura per cui i figli se ne possono stare tranquilli; al contrario, facendo di tutto per insegnargli il modo per conquistare tali beni e così diventare grandi con soddisfazione propria».

 
 
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