C’erano gli operai vestiti con le divise della Ferrero. Sono stati loro ad attendere il feretro di Michele Ferrero, scomparso sabato scorso a Monaco all’età di 89 anni, davanti alla chiesa di san Lorenzo, ad Alba, dove per l’ultimo addio sono arrivati, tra gli altri, il premier Matteo Renzi, l'ex premier Romano Prodi, il presidente della Regione Piemonte Chiamparino e il sindaco di Torino Piero Fassino.
Quattro maxischermi allestiti nelle vie del centro. Piazza del Duomo gremita. E, all’arrivo del carro funebre un lungo applauso da parte della folla. Ad accompagnare la salma la moglie Maria Franca, il figlio Giovanni, ceo del gruppo con la moglie Paola e Luisa, vedova di Pietro Ferrero, l'altro figlio scomparso alcuni fa in un incidente in Sudafrica. Per Alba, la città della Ferrero, è stata una giornata di lutto: scuole e negozi chiusi, bandiere a mezz’asta e quattro maxischermi posti nelle vie del centro per assistere alla cerimonia. Già martedì sono stati tantissimi i dipendenti, ex dipendenti e semplici cittadini, in totale 10 mila persone, che si sono recati alla camera ardente, allestita all’interno dello stabilimento per il saluto a Michele Ferrero. In serata sono arrivati anche John Elkann e Sergio Marchionne.
«Siamo tutti sentitamente toccati, ci sentiamo orfani e più poveri», ha detto nell’omelia il vescovo di Alba, monsignor Giacomo Lanzetti, che ha celebrato le esequie. «Fuori di retorica – ha detto – è stato un campione di umanità della virtù della nostra terra, ha saputo accogliere in sè l'umanità che è sedimentata nelle nostre colline testimoniandola in modo cristallino e contagioso. Gli diciamo grazie, gli dobbiamo essere grati e sentire il debito di continuare a lavorare con la sua operosità e il suo stile». Poi ha raccontato un aneddoto: «Entrando in chiesa il giorno di San Michele da un ingresso laterale per non farsi riconoscere fu accolto da un applauso e si commosse», ha detto il presule «Tutte le famiglie di Alba sono in lutto e tutti noi ci sentiamo più orfani e più poveri. Tutti sono concordi nel segnalare la grandezza non solo imprenditoriale ma anche umana, civile e morale di Michele Ferrero che sentiamo uno di noi. Sappiamo quanto ha fatto per la sua terra e non solo, sentiamo forte il sentimento del grazie e il debito di continuare a lavorare con la sua operosità e il suo stile»
Il governo era rappresentato anche dal viceministro Enrico Costa e dal sottosegretario Andrea Olivero. In prima fila anche il presidente dell'Anci Piero Fassino. Due delegazioni sono state inviate dalle case reali del Belgio e del principato di Monaco.
Alla fine della cerimonia ha preso la parola Giovanni Ferrero, ora amministratore unico del gruppo: «So che da dove è ci ascolta e queste parole gli scaldano il cuore. Non lasciamolo solo, lui che si è prodigato tanto per tutti. Nessuno muore su questa terra finche vive nel cuore di chi resta», ha detto. Poi, citando Sant’Agostino: «Non rattristiamoci per averlo perso, rallegriamoci per averlo avuto”. Il suo discorso è stato salutato da un lunghissimo applauso». Poi ha continuato: «Ci sono forse parole per esprimere lo smarrimento, il dolore, il riserbo per la scomparsa di Michele? No. Ha reso pensabile l’impensabile».