Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
domenica 27 aprile 2025
 
 

Ferroviere per lavoro, "preseparo" per devozione

24/12/2014  Basilio Pusceddu realizza scene della Natività monumentali per valorizzare il patrimonio culturale della sua terra

Basilio Pusceddu ha 52 anni e da quaranta fa presepi. In realtà la sua occupazione principale è di dipendente del Gruppo Ferrovie dello Stato Rete Ferroviaria Italiana, ma se provi a suggerire che, allora, il presepe è un hobby, senza esitazioni ti risponde: «Non direi. Il presepe lo si deve sentire interiormente. Nasce come un gesto spontaneo, guidati soprattutto dalla devozione e dalla fede». Aveva 6 anni quando vide il primo presepe della sua vita. I genitori si erano trasferiti dalla Sardegna in Piemonte per lavoro, lui frequentava le scuole elementari a Bussoleno (Torino). «Ricordo che mamma Teresa aspettava un pacco inviato dalla zia che abitava in Sardegna. Dentro, oltre ai dolcetti preparati per il Natale, vi erano tutte le statuine per fare il presepe». Ma Basilio non sapeva cosa volesse dire. Così la madre gli spiegò perché si preparava la grotta e si collocavano la Natività e i pastori.

«Rimasi entusiasta, quando, al ritorno da scuola, lo vidi allestito. Era meraviglioso: tutte le figure erano rivolte verso la grotta e lì, tra il bue e l’asino e Maria e Giuseppe, una piccola culla ancora vuota. Rimasi rapito dalla scena. Ancora oggi conservo quelle statuine con cui faccio ogni anno il presepe a casa e, se ci ripenso, rivivo quell’emozione. Grazie all’ingegno di zio Angelo continuo questa antichissima tradizione».

A 12 anni imparò le tecniche presepiali da padre Sergio Merlo: «Seguivo tutti gli accorgimenti e i particolari che rendevano le scene suggestive, ammirare il suo presepe era come leggere le pagine dell’evangelista Luca». Negli anni Ottanta studiò le tecniche di meccanica per il movimento di statue. Dopo 44 anni passati tra Bussoleno e Susa, Basilio è tornato a vivere in Sardegna a Portoscuso (Carbonia Iglesias) dove realizza presepi monumentali con l’amico Ignazio Albero Cerchi. E ha dato vita all’Associazione culturale Sardinian Events per valorizzare il patrimonio storico, artistico e delle tradizioni locali.

Perché proprio i presepi? «Perché la presenza del presepe unisce la famiglia, esalta i valori della pace e della solidarietà.  È una tradizione che parla al cuore, perché il Natale è festa d’amore. Il mio contributo nella realizzazione dei presepi vuole essere un modo per continuare a “stupire” con la speranza che il presepe possa essere motivo di riflessione per un mondo migliore dove tutti, come le statuine, riflettano sul proprio volto la luce e la pace di Cristo.»

Multimedia
S. Messa di Natale, le immagini della celebrazione
Correlati
Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo