«Dall’Albania al Venezuela, siamo oggi tanti popoli che diventano un popolo solo, perché siamo il popolo di Dio. In un certo senso, quindi, la Festa dei Popoli è la Festa della Chiesa». Sono le parole del vescovo Paolo Lojudice, presidente della Commissione regionale Migrantes del Lazio e segretario della Commissione Cei per le Migrazioni, rivolte, qualche settimana fa, nella cattedrale di San Giovanni in Laterano, a Roma, in occasione della Festa dei Popoli e che ne spiegano bene il senso. Festa dei Popoli che viene celebrata in diverse diocesi italiane, anche se in date diverse: Epifania, Ascensione e Pentecoste o altri momenti dell’anno. Occasioni per fare diventare intere piazze delle nostre città scenari esclusivi per l’incontro di mondi, culture, popoli e tradizioni. Veri e propri momenti di incontro, di conoscenza reciproca, di gioia comunitaria da diffondere sempre più.
Un’intera giornata organizzata all’insegna della festa, con una celebrazione eucaristica, spesso anche con alcuni momenti di preghiera ecumenica e interreligiosa ma anche canti, suoni, danze, stands etnici, cibi tipici di ogni nazione.
E in occasione della Pentecoste, tra questo sabato 3 giugno e domenica, tanti appuntamenti tra Nord e Sud d’Italia. «Pentecoste», dice padre Bruno Mioli, direttore Migrantes di Reggio Calabria-Bova, «è esaltazione della più profonda aspirazione di ogni cuore umano alla pace, alla concordia, alla fraternità universale, manifestazione del disegno di Dio di fare di tutti i popoli l’unico Popolo di Dio». E a Reggio Calabria sarà la parrocchia di Sant’Agostino, domenica a ospitare la Festa. E sempre domenica festa anche a Lamezia Terme su iniziativa dell’Ufficio Migrantes diocesano e il coinvolgimento di numerose realtà presenti sul territorio. «La presenza forte e chiara di ognuno, sarà un segno vivo e vero di una città che vuole abbattere i muri dell’indifferenza e della paura, una città che vuole accorciare le distanze e vincere le divisioni, una città di popoli che vuole sentirsi, ma soprattutto essere, un unico popolo», si legge in una nota. Camminare insieme nella gioia del Vangelo è il tema scelto per la festa nella diocesi di Bergamo. A ospitare l’iniziativa quest’anno è la Parrocchia di Loreto. La mattinata inizierà con il corteo delle comunità cattoliche di altra lingua presenti in diocesi che sfileranno secondo le proprie tradizioni, seguito da una solenne celebrazione eucaristica presieduta dal direttore Migrantes don Massimo Rizzi. Stranieri immigrati nostri fratelli in Cristo: è stato il tema che ha accompagnato la quarta edizione della Festa diocesana degli immigrati cattolici della diocesi di Udine domenica scorsa iniziata con la Santa Messa presieduta dall'arcivescovo Andrea Bruno Mazzocato, e animata dalle comunità immigrate. Gli immigrati cattolici, che «in tanti momenti anche difficili» della loro esistenza sono stati sostenuti dalla Forza dello Spirito Santo, possono essere «un esempio anche per noi che siamo nati e vissuti in questa terra e senza ostacoli abbiamo potuto ricevere e vivere la nostra fede cristiana» e nonostante questo «spesso abbiamo ceduto al compromesso diventando cristiani tiepidi», ha detto il presule. «Questa bella festa delle comunità degli immigrati cattolici sia un momento di grazia che ci fa sentire fratelli perché uniti nella stessa fede e nella stessa Chiesa. Apra gli orecchi e i cuori in modo che ci ascoltiamo non superficialmente ma in profondità scoprendo le diverse esperienze che ognuno porta nella sua storia. Ci faccia scoprire, nella festa dell’Ascensione, che siamo una compagnia di pellegrini che, tenendosi per mano, vanno verso il posto che Gesù risorto ha preparato e che sarà, finalmente, la nostra vera terra promessa».