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giovedì 12 settembre 2024
 
EDUCAZIONE
 

Fiabe arcobaleno, solo una moda

17/02/2014  Il comune di Bologna acquista e distribuisce per le sezioni dei bambini delle biblioteche comunali testi che propagandano le famiglie omosessuali. Ma un conto è educare i bambini al rispetto dell’altro. Altro è cercare di catechizzarli in età prescolare rischiando di turbare il loro immaginario con storie di famiglie atipiche.

La storia di per sé è di quelle che fanno tenerezza. Protagonisti due dolci pinguini, Roy e Silo, e pazienza se entrambi sono maschi e innamorati. Persino il guardiano dello zoo si commuove, raccoglie un uovo a rischio di non essere covato e lo affida ai due. Così nasce Tango e la coppia di pinguini diventa una vera famiglia. Ovviamente una famiglia non tradizionale. Ed è questo il punto.

 Se la favola, di per sé, può far spuntare una lacrima
anche perché, almeno così ce la raccontano, sarebbe anche una storia vera, ambientata in uno zoo della Grande Mela, i dubbi vengono quando il target di lettori cui viene proposta parte dai quattro anni. Così si legge nel sito della casa editrice. I dubbi aumentano ancora quando il libro viene sponsorizzato dalle associazioni per i diritti agli omosessuali e forzosamente arruolato per laboratori finalizzati alla crescita dei più piccoli e alla loro maturazione.

Le fiabe arcobaleno rischiano di diventare una moda, nonostante le polemiche che si accendono in diverse città italiane. L’ultima in ordine di tempo è Bologna, dove E con Tango siamo in tre (edizioni Junior), insieme ad altri racconti aventi sempre come tema la diversità, sarà acquistato e distribuito nelle sezioni dedicate ai bambini delle biblioteche comunali, oltre a far parte di una serie di laboratori per i più piccoli che si concluderanno a giugno.
Pochi giorni fa un’iniziativa analoga era venuta da una consigliera del comune di Venezia, dalla quale però si era dissociato il sindaco. Alle polemiche, comprensibili, che avevano acceso il dibattito, era insorto l’ufficio stampa dell’Arcigay.

Un clima di confusione che andrebbe riportato nei giusti binari.
Un conto è educare i bambini al rispetto dell’altro, un terreno in cui c’è ancora molto da fare, visti i preoccupanti episodi di bullismo più o meno cibernetico che vedono ahimè protagonisti i nostri adolescenti. Un conto invece è cercare di catechizzare bambini ancora in età prescolare rischiando di turbare il loro immaginario con storie di famiglie atipiche e principi trans, come vuole la rivisitazione della Bella Addormentata messa in scena proprio al teatro Testoni di Bologna, nell’ambito di un ciclo dedicato ai più piccoli.

Lasciamo perdere i principi e le principesse gay o i vari Zaff in cerca di identità (un altro dei libri caldeggiati dalle suddette associazioni, Nei panni di Zaff che si vuole vestire da principessa, questa volta edito da Giunti). Le battaglie ideologiche non si fanno sulla pelle dei bambini, nemmeno usando la poesia del piccolo Tango.

 
 
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