Quest’anno i miei figli sono entrati in prima classe rispettivamente della scuola primaria e della secondaria di primo grado. All’idea di questo doppio inizio in famiglia, mi sono sentita affogare nell’ansia. Conoscere nuovi ambienti e nuove persone da sempre mi spaventa un po’. Ma in questo uovo inizio ho sentito molto forte anche la preoccupazione che i miei figli non facessero bella figura, non fossero adeguati alle aspettative di chi avrebbero dovuto incontrare nelle nuove realtà. Sono andata in crisi per tutto: la scelta della cartella, dei vestiti. La non disponibilità di alcuni libri del figlio che va alle medie. La preoccupazione che non avesse una preparazione adeguata per affrontare la nuova scuola: insomma l’ansia mi ha travolto. Mio marito mi ha detto che devo davvero darmi una calmata. Che tutti vanno a scuola e che anche i nostri figli ce la faranno come gli altri. Facile a dirsi, ma io ho un criceto che mi gira sempre nella testa e che non si ferma mai. Vorrei rilassarmi e godermi le cose come fanno tutti ma non ci riesco. MILENA
— Cara Milena, l’ansia ti tiene in ostaggio. Se non provi a fermare quel criceto che nella tua mente non si ferma mai, il rischio è che prima o poi succeda lo stesso anche ai tuoi figli. Di fronte a ogni novità o a un imprevisto o a una nuova sfida, rischieranno di sentirsi un po’ persi e incerti, insicuri e in balia degli eventi, perché l’ansia è contagiosa. Quello che capita a te, oggi, è molto comune tra noi genitori. Veniamo da un tempo che ci ha distanziati, mascherati, disumanizzati. Un tempo che per tutelare e proteggere la salute fisica di tutti ha messo a serio rischio la salute emotiva e relazionale di chi sta crescendo. C’è troppa ansia. E la prima cosa da fare è non rimanere soli.
Dobbiamo allearci tra noi adulti e riconquistare una tranquillità di fondo che, se posseduta da noi, potrà poi essere conquistata anche dai nostri figli. Dobbiamo imparare a liberarci da quel bisogno di protezione e perfezione con cui travolgiamo la loro crescita. Dobbiamo permettere loro e permetterci (a noi!) la bellezza dell’imperfezione. Dobbiamo stare tranquilli anche quando loro non sono al 100% della felicità o quando ciò che affrontano non ci dà il 100% delle certezze. Siamo troppo controllanti su tutto e tutti e questo toglie spazi di libertà e di autonomia ai nostri figli. Da quello che scrivi e da come ti racconti, credo davvero che ti potrebbe fare bene un supporto psicologico che ti aiuti a non vivere con così tanta preoccupazione la quotidianità. Ti invito a leggere Scuola di felicità per eterni ripetenti di E. Galiano (Garzanti ed.) che, partendo dalle molte imperfezioni e ingenuità con cui i nostri figli attraversano la vita, ci aiuta a scoprirne la bellezza nascosta e a liberarci dalle nostre manie di perfezione.