Nozze di ferro, ben settant’anni di matrimonio, tra qualche mese, e una pensione raggiunta a quasi novantasei anni. Sì il principe di Edimburgo si ritira dagli impegni ufficiali ma non lo fa certo per ragioni di pigrizia. Cinque anni fa finì in ospedale per una cistite perché rimase in piedi per ore e ore accanto alla Regina che festeggiava i sessant’anni sul trono sulla barca che guidava una flotta di imbarcazioni sul fiume Tamigi.
E, anche se appare in ottima salute, sono diventati più frequenti, negli ultimi mesi, gli episodi di ricovero in ospedale. Soltanto il “Sun” ha messo online la notizia della sua morte, poi subito ritirata, ma saranno decine i coccodrilli su di lui già pronti in tante redazioni.
Si può immaginare la tristezza di Elisabetta, di cinque anni più giovane, all’idea che quel marito, che ha definito più volte la sua roccia, non sarà più al suo fianco nell’estenuante lavoro di stringere mani, tagliare nastri, sorridere, raccogliere fiori e far sentire milioni di sudditi al centro dell’attenzione.
Certo la sua memoria risalirà al momento più difficile della sua vita, nel lontano 1952 quando, mentre era in viaggio in Kenya la raggiunse la notizia della morte dell’amatissimo padre. Fu proprio il principe Filippo a dargliela e a parlarle per ore per consolarla e aiutarla nella difficile strada verso il trono.
Il loro è stato un sodalizio indistruttibile, un matrimonio fatto di camere e bagni separati, di profondo rispetto e ammirazione l’una per l’altro.
Il duca di Edimburgo è stato il vero riformatore della monarchia. Quello al quale dobbiamo tutte le notizie di oggi su ogni aspetto della vita degli Windson. Fu lui a volere a tutti i costi, nel 1968, quel documentario “Royal Family” che, per la prima volta, portò le telecamere dentro Buckingham palace e tolse ai reali il mistero trasformandoli in star.
Fin dai primi anni di matrimonio Filippo si scontrò con il “palazzo”, quei funzionari abituati a non lasciar filtrare nessuna notizia, lui che aveva toccato con mano la fine della monarchia greca. Nipote di re Costantino, mandato via dai colonnelli. Esiliato a pochi mesi di vita e privato di tutto, titoli e vitalizi. Costretto a mendicare ospitalità dai parenti inglesi ancora sul trono e vittima di un’infanzia durissima con il padre che lasciò la madre, una volta in esilio e quest’ultima colpita da un esaurimento nervoso.
Sopravvissuto grazie a una brillante carriera militare per lui la popolarità della monarchia britannica è sempre stata importantissima.
Oggi a rendergli omaggio sono i leader politici e religiosi mentre il primo ministro Theresa May gli ha espresso la gratitudine di tutto il paese. Alle oltre 780 organizzazioni delle quali è patrono mancherà la sua dedizione e il suo duro lavoro. Al pubblico le sue gaffes, quelle battute strane e fuori luogo che l’hanno reso famoso.
Lo rivedremo ancora il prossimo 10 giugno, quando compirà 96 anni, e a novembre, quando festeggerà, con la Regina, i settantanni di matrimonio.
Certo continuerà a guidare la sovrana come ha fatto da quando la incontrò appena tredicenne, nel 1939. Lei se ne innamorò subito e lo volle a tutti i costi anche contro i parere dei genitori. Per lui fu necessario ancora qualche anno fino a che venne invitato alla pantomima di Natale dalla famiglia reale. Elisabetta lo affascinò ballando e danzando ed è stata, da allora, al centro delle sue attenzioni.