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I Convegni ecclesiali nazionali sono un importante momento di
incontro dei vescovi
della Conferenza Episcopale Italiana.
Quasi una sorta di Stati generali della Chiesa in Italia. Nati nel 1976 si sono
succeduti ogni dieci anni. L’idea originaria era quella di un momento di
profonda riflessione per tradurre nella realtà italiana lo spirito del Concilio Vaticano II.
Quest’ultimo infatti si era chiusa da pochi anni, inaugurando un forte
rinnovamento concettuale internamente alla Chiesa
cattolica. Quello di Firenze è il V Convegno ecclesiale nazionale dal
titolo "In Gesù Cristo il nuovo umanesimo". Si svolge dal 9 al
13 novembre presso la Fortezza da Basso e in alcuni luoghi sacri e
istituzioni culturali del capoluogo toscano. All'incontro parteciperanno circa
2500 delegati, inviati dalle diocesi e dalle aggregazioni laicali italiane. Al
Convegno partecipa anche Papa Francesco nella giornata del 10 novembre
Roma 1976 - "Evangelizzazione e promozione umana"
Tenutosi a Roma
dal 30 ottobre al 4 novembre 1976, il primo Convegno nazionale della Chiesa italiana
si aprì alla presenza di 2500 partecipanti sotto la presidenza dell’allora
presidente della CEI, il cardinale Antonio
Poma. Vennero discussi vari temi, partendo dall’interrogativo principale
circa il ruolo della Chiesa nel mondo, pur in una prospettiva trascendente.
Nei documenti conclusivi venne richiamata l’impossibilità di
un’evangelizzazione efficace senza la partecipazione delle persone, laici e
religiosi. Quindi la Chiesa era chiamata a sviluppare le strutture necessarie
alla partecipazione alla vita sociale del paese, con una particolare attenzione
al coinvolgimento dei poveri e degli emarginati
Loreto 1985 - "Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini"
Il secondo Convegno ecclesiale nazionale si tenne a Loreto dal 9 al 13
aprile 1985.
Prosegue fin dal titolo la riflessione sul rapporto tra la Chiesa e la comunità
umana: il paese infatti stava faticosamente uscendo dagli anni bui del terrorismo,
e forte era la domanda di un periodo di riconciliazione sociale. Gli anni ottanta
si erano aperti all’insegna del soggettivismo
e del relativismo etico, come derive del secolarismo,
mentre da oltreoceano si faceva largo il reaganismo".
I lavori si articolarono in 26 commissioni, che affrontarono i temi della
coscienza personale, della mediazione educativa, della riconciliazione nella Chiesa,
e del rapporto tra la Chiesa e il Paese in tale cammino di riconciliazione.
Palermo 1995 - "Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia"
Il terzo Convegno della Chiesa italiana si tenne a Palermo dal 20 al
24 novembre 1995,
alla presenza di 2.300 delegati e circa 400 giornalisti. Come riportato nelle
tracce preparatorie, la città venne scelta poiché qui "… (erano) sono
accaduti alcuni degli avvenimenti più drammatici e inquietanti del nostro
recente passato", con un evidente riferimento alla guerra di mafia che
aveva insanguinato l’isola e non solo nei primi anni novanta.
Cogliendo il mutamento dei tempi, in un’Italia oramai uscita dalla stagione
del terrorismo e delle divisioni politiche violente e dalla guerra fredda, ma
anche dalla stagione di materialismo che sembrava aver connotato gli anni ottanta
il tema sembrava riprendere la necessità di ricostruire una società su basi
nuove, rilanciando il vangelo. I cinque ambiti su cui si confrontarono i
delegati furono la cultura e la comunicazione sociale, l’impegno sociale e
politico, amore preferenziale per i poveri, la famiglia, i giovani
Verona 2006 - "Testimoni di Gesù risorto, speranza del mondo"
Il IV Convegno ecclesiale nazionale di Verona, dal titolo "Testimoni di Gesù risorto, speranza nel mondo", si è svolto dal 16 al 20 ottobre 2006
nella città veneta, partecipanti 2700 delegati, tra cui 11 cardinali,
222 vescovi, 608 sacerdoti, 41 diaconi, 322 tra religiosi e religiose,
15 consacrati laici e 1275 laici. In cinque giorni di comunione e preghiera,
i rappresentanti qualificati di tutte le comunità ecclesiali italiane
si sono confrontati sulla realtà sociale, politica e culturale odierna.
L’evento si è proposto come nuovo impulso allo slancio missionario
scaturito dal Grande Giubileo del 2000 e come verifica del cammino pastorale svolto dalla Chiesa italiana nel primo decennio del terzo millennio.
Tema portante di quest’appuntamento è stato quello della cosiddetta questione antropologica, sempre più legata alla questione sociale.
La domanda di fondo verteva attorno alla possibilità per i cristiani
italiani di quale servizio offrire al Paese in quanto testimoni di
speranza, quanto e come incidere ed essere presenti nel tessuto della
società. Tale testimonianza cristiana, secondo la traccia preparatoria
del Convegno, dovrebbe prestare attenzione a cinque grandi aree
dell'esperienza personale e sociale, chiamate “i cinque ambiti”. Essi
furono: la vita affettiva, il lavoro e la festa, la fragilità umana, la
tradizione, la cittadinanza. Gli ambiti hanno una valenza antropologica
che interpella ogni uomo, credente o non credente, chiamato a misurarsi
per dare un senso alla propria esistenza.
Cruciale fu la prolusione tenuta da Papa Benedetto XVI
alla Fiera di Verona, un discorso durato un’ora ed un quarto in cui il
pontefice, pur affermando che la Chiesa non intende essere "un agente politico", affidò ai laici la "responsabilità" di essere cittadini, di "agire in ambito politico per costruire un giusto ordine nella società".