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lunedì 21 aprile 2025
 
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A Firenze il V Convegno ecclesiale nazionale, cos'è e quando è nato

09/11/2015  Sono una sorta di Stati generali della Chiesa italiana ai quali partecipa anche il Papa. Nati nel 1976, si tengono ogni dieci anni. L’idea originaria era quella di un momento di profonda riflessione per tradurre nella realtà italiana lo spirito del Concilio Vaticano II. Quello di Firenze è il quinto, il primo si svolse nel 1976 a Roma

Il logo ufficiale di Firenze 2015
Il logo ufficiale di Firenze 2015

I Convegni ecclesiali nazionali sono un importante momento di incontro dei vescovi della Conferenza Episcopale Italiana. Quasi una sorta di Stati generali della Chiesa in Italia. Nati nel 1976 si sono succeduti ogni dieci anni. L’idea originaria era quella di un momento di profonda riflessione per tradurre nella realtà italiana lo spirito del Concilio Vaticano II. Quest’ultimo infatti si era chiusa da pochi anni, inaugurando un forte rinnovamento concettuale internamente alla Chiesa cattolica. Quello di Firenze è il V Convegno ecclesiale nazionale dal titolo "In Gesù Cristo il nuovo umanesimo". Si svolge dal 9 al 13 novembre presso la Fortezza da Basso e in alcuni luoghi sacri e istituzioni culturali del capoluogo toscano. All'incontro parteciperanno circa 2500 delegati, inviati dalle diocesi e dalle aggregazioni laicali italiane. Al Convegno partecipa anche Papa Francesco nella giornata del 10 novembre

Roma 1976 - "Evangelizzazione e promozione umana"

Tenutosi a Roma dal 30 ottobre al 4 novembre 1976, il primo Convegno nazionale della Chiesa italiana si aprì alla presenza di 2500 partecipanti sotto la presidenza dell’allora presidente della CEI, il cardinale Antonio Poma. Vennero discussi vari temi, partendo dall’interrogativo principale circa il ruolo della Chiesa nel mondo, pur in una prospettiva trascendente. Nei documenti conclusivi venne richiamata l’impossibilità di un’evangelizzazione efficace senza la partecipazione delle persone, laici e religiosi. Quindi la Chiesa era chiamata a sviluppare le strutture necessarie alla partecipazione alla vita sociale del paese, con una particolare attenzione al coinvolgimento dei poveri e degli emarginati

Loreto 1985 - "Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini"

  

Il secondo Convegno ecclesiale nazionale si tenne a Loreto dal 9 al 13 aprile 1985. Prosegue fin dal titolo la riflessione sul rapporto tra la Chiesa e la comunità umana: il paese infatti stava faticosamente uscendo dagli anni bui del terrorismo, e forte era la domanda di un periodo di riconciliazione sociale. Gli anni ottanta si erano aperti all’insegna del soggettivismo e del relativismo etico, come derive del secolarismo, mentre da oltreoceano si faceva largo il reaganismo". I lavori si articolarono in 26 commissioni, che affrontarono i temi della coscienza personale, della mediazione educativa, della riconciliazione nella Chiesa, e del rapporto tra la Chiesa e il Paese in tale cammino di riconciliazione.

Palermo 1995 - "Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia"

Il terzo Convegno della Chiesa italiana si tenne a Palermo dal 20 al 24 novembre 1995, alla presenza di 2.300 delegati e circa 400 giornalisti. Come riportato nelle tracce preparatorie, la città venne scelta poiché qui "… (erano) sono accaduti alcuni degli avvenimenti più drammatici e inquietanti del nostro recente passato", con un evidente riferimento alla guerra di mafia che aveva insanguinato l’isola e non solo nei primi anni novanta. Cogliendo il mutamento dei tempi, in un’Italia oramai uscita dalla stagione del terrorismo e delle divisioni politiche violente e dalla guerra fredda, ma anche dalla stagione di materialismo che sembrava aver connotato gli anni ottanta il tema sembrava riprendere la necessità di ricostruire una società su basi nuove, rilanciando il vangelo. I cinque ambiti su cui si confrontarono i delegati furono la cultura e la comunicazione sociale, l’impegno sociale e politico, amore preferenziale per i poveri, la famiglia, i giovani

Verona 2006 - "Testimoni di Gesù risorto, speranza del mondo"

  

Il IV Convegno ecclesiale nazionale di Verona, dal titolo "Testimoni di Gesù risorto, speranza nel mondo", si è svolto dal 16 al 20 ottobre 2006 nella città veneta, partecipanti 2700 delegati, tra cui 11 cardinali, 222 vescovi, 608 sacerdoti, 41 diaconi, 322 tra religiosi e religiose, 15 consacrati laici e 1275 laici. In cinque giorni di comunione e preghiera, i rappresentanti qualificati di tutte le comunità ecclesiali italiane si sono confrontati sulla realtà sociale, politica e culturale odierna. L’evento si è proposto come nuovo impulso allo slancio missionario scaturito dal Grande Giubileo del 2000 e come verifica del cammino pastorale svolto dalla Chiesa italiana nel primo decennio del terzo millennio. Tema portante di quest’appuntamento è stato quello della cosiddetta questione antropologica, sempre più legata alla questione sociale. La domanda di fondo verteva attorno alla possibilità per i cristiani italiani di quale servizio offrire al Paese in quanto testimoni di speranza, quanto e come incidere ed essere presenti nel tessuto della società. Tale testimonianza cristiana, secondo la traccia preparatoria del Convegno, dovrebbe prestare attenzione a cinque grandi aree dell'esperienza personale e sociale, chiamate “i cinque ambiti”. Essi furono: la vita affettiva, il lavoro e la festa, la fragilità umana, la tradizione, la cittadinanza. Gli ambiti hanno una valenza antropologica che interpella ogni uomo, credente o non credente, chiamato a misurarsi per dare un senso alla propria esistenza.

Cruciale fu la prolusione tenuta da Papa Benedetto XVI alla Fiera di Verona, un discorso durato un’ora ed un quarto in cui il pontefice, pur affermando che la Chiesa non intende essere "un agente politico", affidò ai laici la "responsabilità" di essere cittadini, di "agire in ambito politico per costruire un giusto ordine nella società".

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