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domenica 09 febbraio 2025
 
 

La preghiera che cambia il mondo

29/10/2015  A Madrid, nell'ambito del V centenario della nascita di Santa Teresa, il Congresso internazionale organizzato dalla Fondazione Ratzinger pone l'accento sulla preghiera come forza trasformatrice.

«Con Dio tutto è possibile» dice papa Francesco salutando, in spagnolo, i partecipanti al V Congresso internazionale della Fondazione Ratzinger che si sta svolgendo a Madrid. Nell’aula magna dell’Università intitolata a Francisco de la Vitoria, considerato il fondatore del diritto internazionale, i 300 partecipanti applaudono e ascoltano. Arrivati da varie parti del mondo, adulti e giovani fanno esperienza diretta della preghiera, grazie ai monaci carmelitano che guidano il momento di meditazione. Il tema scelto quest’anno, che prende spunto da una frase del papa emerito Benedetto XVI, «La preghiera, forza che cambia il mondo», si inquadra nel V centenario della nascita di Santa Teresa di Jesus, la Santa d’Avila che ha concepito la preghiera come intima relazione d’amore con Dio. «Non una preghiera fatta con la ragione e con lo sforzo, ma con il cuore», ha sottolineato padre Agusti Borrell, vicario generale dell’ordine dei carmelitano scalzi. Ed è questa preghiera che ha la capacità di plasmare il cuore dell’uomo e il volto del mondo.  esprime proprio questo legame intimo con Dio che ha la capacità creativa di cambiare gli uomini e le cose. Di plasmare il mondo. E su questa forza trasformatrice si sono soffermati i relatori, dal nunzio apostolico in Spagna, mosnignor Renzo Fratini al direttore del Centro di studi Josph Ratzinger, don Marius Kucinski, a monsignor Luis Francisco Ladiana Ferre, segretario della Congregazione per la dottrina della fede. «Santa Teresa c’insegna a essere testimoni instancabili di Dio, della sua presenza ed azione, ad essere suoi amici», ha spiegato monsignor Miguel Márquez Calle, presidente della Fondazione V Centenario della Nascita di Santa Teresa, notando l’importanza del lavoro della fondazione.  Perché «oggi più che mai la pratica della nostra fede necessita di stimoli, come quelli forniti dalla Fondazione Ratzinger ».

Nei giorni del convegno, che si conclude venerdì con la visita ai luoghi teresiani, è stato più volte sottolineato che «nella Chiesa, tutto passa dalla preghiera, che trasforma la nostra esistenza», come ha spiegato monsignor Carlos Osoro Sierra, arcivescovo di Madrid. Una preghiera che è anche «arte dell’ascolto», che apre alla libertà. Una spiritualità, quella dell’ascolto, che accomuna sia la riflessione di Teresa che di Ratzinger. Che mette insieme fede e ragione, cuore e corpo, interiorità e dialogo con il mondo. E che ci consente come ha spiegato monsignor Giuseppe Scotti, presidente della fondazione Ratzinger «di guardare all’uomo e a noi stessi con gli occhi e con il cuore di Teresa, la mistica, la donna che ha avvertito con forza quanto la preghiera sia potente e trasformante. Tutto questo perché vogliamo donare un futuro pieno e vero all’uomo convinti come siamo, come ci suggerisce Papa Francesco, che “quando prego Dio respira in me ”».

Nel ricordare la distribuzione in piazza San Pietro dei piccoli libri di preghiera che papa Francesco ha affidato a poveri e senza dimora, monsignor Scotti ha concluso spiegando che il Papa ha posto un segno evangelico: «Non ha forse richiamato che i poveri di oggi sono simili ai pastori del Vangelo?», ha chiesto, : gente che non aveva potere e non contava nulla, eppure loro sono stati inviati dagli Angeli a portare l'annuncio della gioia e della pace. Portare la gioia e la pace del Vangelo in questo nostro tempo. Come fare? Leggevo su "Ronda", la rivista di Iberia, un invito a visitare un monastero in Grecia con un titolo emblematico: "viaggio nel passato". Questo è ciò che esprime la visita a un monastero, un luogo del passato, ancorché magico e generatore della nostra cultura attuale. Il monastero quasi luogo per archeologi e amanti di antichità. E il futuro? Il futuro dove sta? Qual è il posto della fede nel futuro? Ci può essere spazio alla fede nel futuro? Noi ci siamo ritrovati in questi giorni per dire che non siamo archeologi. Noi vogliamo essere costruttori di futuro».

Nel ricordare la distribuzione in piazza San Pietro dei piccoli libri di preghiera che papa Francesco ha affidato a poveri e senza dimora, monsignor Scotti ha concluso spiegando che il Papa ha posto un segno evangelico: «Non ha forse richiamato che i poveri di oggi sono simili ai pastori del Vangelo?», ha chiesto, : gente che non aveva potere e non contava nulla, eppure loro sono stati inviati dagli Angeli a portare l'annuncio della gioia e della pace. Portare la gioia e la pace del Vangelo in questo nostro tempo. Come fare? Leggevo su "Ronda", la rivista di Iberia, un invito a visitare un monastero in Grecia con un titolo emblematico: "viaggio nel passato". Questo è ciò che esprime la visita a un monastero, un luogo del passato, ancorché magico e generatore della nostra cultura attuale. Il monastero quasi luogo per archeologi e amanti di antichità. E il futuro? Il futuro dove sta? Qual è il posto della fede nel futuro? Ci può essere spazio alla fede nel futuro? Noi ci siamo ritrovati in questi giorni per dire che non siamo archeologi. Noi vogliamo essere costruttori di futuro».

Per favorire lo studio e la ricerca in ambito teologico la Fondazione, ogni anno stanzia circa 120 mila euro per dieci borse di studio da 10 mila euro e 4 da 5 mila per dottorati in teologia, in patristica e in sacra scrittura.

Per informazioni si può consultare il sito all'indirizzo http://www.fondazioneratzinger.va/content/fondazioneratzinger/it/fondazione/borse-di-studio.html

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