Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
lunedì 09 settembre 2024
 
 

I camionisti: «Non in nostro nome»

14/12/2013  «Gli autotrasportatori c’entrano molto poco con questa protesta, anche se vengono citati molto dai media», osserva Cinzia Franchini, appena riconfermata presidente di uno dei due principali sindacati di categoria.

Cinzia Franchini.
Cinzia Franchini.

Tra gli episodi gravi legati alla cosiddetta “rivolta dei forconi”, ci sono anche le due lettere con minacce di morte inviate nei giorni scorsi a Cinzia Franchini, presidente della Cna-Fita, uno dei due maggiori sindacati degli autotrasportatori. Entrambe ovviamente anonime, si chiudono però con il medesimo, sinistro slogan: “Viva la mafia, viva i forconi”. «Sono lettere molto brutte», racconta la destinataria. «Soprattutto la seconda, dove mi si minaccia di riempirmi di cemento, di appendermi a testa in giù ai forconi. Ho chiesto che il leader della prima ora del movimento in Sicilia, Mariano Ferro, prenda le distanze pubbliche da simili episodi, che dica "Noi non c’entriamo niente", perché credo che certe cose non si possano lasciare passare sotto silenzio. Ma finora non è accaduto».

Da subito Cna-Fita e Unatras, appunto i due principali sindacati degli autotrasportatori, si sono chiamati fuori dal fermo dell’autotrasporto in questa circostanza, misura invocata invece da Trasporto Unito, che rappresenta però circa il 5% dei lavoratori del settore. «Guardi, gli autotrasportatori c’entrano molto poco con questa protesta, anche se vengono citati molto dai media», osserva Cinzia Franchini, appena riconfermata presidente per altri quattro anni. «Davvero pochi hanno effettuato il fermo; se no, il Paese si sarebbe bloccato. Forse Trasporto Unito sperava di ottenere altro, e ancora oggi non ha chiarito bene cosa vuole. Credo che c’entri anche la politica: un nostro blocco potrebbe rappresentare uno strumento di pressione forte, potrebbe risultare molto utile. Noi vogliamo evitare le strumentalizzazioni politiche. Anche per questo abbiamo detto subito di no all’incontro che Silvio Berlusconi voleva organizzare l’11 dicembre (incontro poi non effettuato) con tutte le sigle sindacali dell’autotrasporto, anche con quelli che aderivano alla rivolta dei forconi. Noi non volevamo legittimare soggetti che stavano facendo cose molto gravi. La nostra categoria non proclama fermi da 6 anni, perché è uno strumento molto forte, da usare quando non ci sono più altre possibilità. Tutto questo parlare ora degli autotrasportatori ci danneggia; Non ci fa certo piacere essere accostati a soggetti di tutti i generi, compresi mafiosi, elementi di estrema destra, rivoluzionari». 

Martedì 17 dicembre i sindacati dell’autotrasporto parteciperanno a un tavolo di confronto con il Governo. «I problemi della categoria sono tanti, la politica deve dare risposte>, sottolinea Cinzia Franchini. >Di recente abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa molto articolato con il governo, e da quello partiremo per affrontare i diversi problemi. Noi avevamo proclamato il fermo quando, per la legge di stabilità, si prevedeva il taglio al rimborso delle accise. Poi il governo ha tolto quella norma, e noi abbiamo tolto il fermo. Ripeto, la politica deve darci risposte. Ma in questo momento bloccare il Paese serve a poco>.

Multimedia
L'alba di Torino prima della guerriglia
Correlati
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo