Ci voleva un giovane direttore di Rai 1, il quarantenne Andrea Fabiano, per esaudire il desiderio di milioni di spettatori, specie i più anziani: far iniziare la prima serata subito dopo cena e, di conseguenza, il programma di seconda serata a un orario che non costringa a stropicciarsi gli occhi per non sprofondare addormentati sul divano. Da settembre, dunque, dal lunedì al venerdì, il direttore ha promesso che si parte tassativamente alle 21.15, mentre al sabato e alla domenica, quando vanno in onda i programmi più "familiari" seguiti anche da una larga fascia di bambini e adolescenti, a cominciare dall'attesissima nuova serie di "Braccialetti rossi", l'inizio è fissato subito dopo il Tg delle 20.
Un'ottima notizia arrivata alla presentazione dei nuovi palinsesti autunnali della Rai. Il direttore generale Antonio Campo Dall'Orto ha già messo le mani avanti dicendo che si tratta solo di una sperimentazione che andrà avanti fino a Natale. Poi si vedrà. Il rischio, infatti, è di perdere una cospicua fetta di introiti pubblicitari a vantaggio delle reti concorrenti, leggi Canale 5. La fascia oraria 20-21.30, infatti, è quella dove le famiglie si ritrovano riunite davanti alla Tv e quindi piazzare un programma che possa essere facilmente interrotto da tanti spot molto redditizi come "Striscia la notizia" o "Affari tuoi" anziché una fiction, un varietà o un talk show ha fatto progressivamente slittare in questi anni sempre più in là l'inizio dei programma di prima serata.
Sulle guide televisive, compresa quella di Famiglia Cristiana, tale inizio è fissato tra le 21.10 e le 21.30, ma praticamente mai è così, specie quando c'è un programma di gran richiamo e allora perfidamente le reti tirano ancora più in lungo sapendo che tanto i telespettatori aspetteranno. Quante volte sarà capitato di vedere iniziare un Montalbano dopo le 21.20 o addirittura oltre?
E dopo due ore abbondanti chi desiderava vedere i programmi di seconda serata, spesso i più interessanti, come i reportage "Petrolio" di Duilio Giammaria o l'intelligente satira politica di Diego Bianchi a Gazebo era costretto a fare le ore piccole. Da settembre non dovrebbe essere più così. In più i direttori di rete, oltre a Fabiani c'erano Ilaria Dalla Tana di Rai 2 e Daria Bignardi di Rai 3, hanno promesso che non ci saranno più talk show politici che vanno avanti fino a notte fonda come è accaduto con l'ultimo Ballarò e Virus (che saranno soppressi e sostituiti da altri di cui ancora però si sa poco, a parte i nuovi conduttori Gianluca Semprini proveniente da Sky e Alessandro Sortino da Tv2000).
Un buon segnale anche questo. Ma quanto reggeranno queste buone intenzioni? Mediaset è una Tv commerciale e, in quanto tale, il suo obiettivo primario è realizzare profitti. Solo se vedrà che il cambiamento della Rai porterà un danno in termini di audience e quindi di pubblicità potrà adeguarsi e quindi far iniziare anche lei i suoi programmi di punta un po' prima. Ma noi speriamo che la Rai, in quanto servizio pubblico, tenga il punto anche se ciò non dovesse avvenire. Altrimenti il canone che lo paghiamo a fare?