186 milioni. E’ questo il numero ufficiale, e forse sottostimato, di bambini costretti a lavorare nel mondo. Un numero impressionante, per un fenomeno sociale che non riguarda solo i Paesi sottosviluppati.
L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) - agenzia delle Nazioni Unite (ONU) - da molti anni pone l'attenzione sul devastante problema dello sfruttamento dei minori: tema che rientra fra i molti protocolli di intervento e che coinvolge decine di migliaia di persone di buona volontà e di organismi.
La musica e le arti non possono risolvere un problema così grande: ma possono offrire modelli di educazione, sviluppo, socialità. E possono, grazie al potere mediatico degli artisti, richiamare l’attenzione della gente. Il primo che volle farlo su questo specifico tema fu Claudio Abbado, che sottoscrisse nel 2013 il Manifesto “La musica contro il lavoro minorile”, appellandosi alle coscienze, ed invitando due grandi personaggi come Daniel Barenboim e José Antonio Abreu (il creatore del Sistema di Orchestre infantili e giovanili del Venezuela) a fare altrettanto.
Il 20 febbraio, in occasione della Giornata Mondiale per la Giustizia Sociale, l’associazione italiana “Forte? Fortissimo!” ha voluto riprendere l’appello del grande direttore milanese scomparso nel 2014: presieduta da Alessandro Marangoni, eccellente pianista noto per la sua appassionata riscoperta di tante integrali e per le relative incisioni, “Forte? Fortissimo!” gestisce una web tv ed è una associazione senza scopo di lucro, ma con un fine molto preciso: rivolgersi ai giovani, al pubblico, agli appassionati per comunicare in modo spettacolare e gioioso i valori della grande musica. Anche grazie alla produzioni ed ai video curati da Stefano Sgarella.
L’impegno contro il lavoro infantile e per la sensibilizzazione al problema è un nuovo progetto della tv che ha subito riscosso adesioni importanti. E poiché una web tv ovviamente può avere una platea sterminata, l’intenzione è quella di accogliere le testimonianze di mille artisti e di registrare i loro messaggi video. Un sogno tutt’altro che impossibile, visto che subito hanno risposto all’appello nomi eccellenti del panorama italiano, musicale e non.
Un direttore d’orchestra autorevole come Aldo Ceccato ad esempio ha auspicato che in un futuro vicino i bambini possano avere fra le mani l’archetto di un violoncello, e non più zappe e vanghe. Mentre il grande jazzista Paolo Fresu ha ricordato che ad un musicista di successo non può bastare emettere delle belle note. Paolo Marzocchi, pianista e compositore, ha illustrato il suo impegno nel creare a Lampedusa una scuola di musica, raccontando di aver scritto l’opera Il viaggio di Roberto, per insegnare ai bambini a cancellare follie del passato, come la deportazione degli ebrei. E se un altro musicista molto noto, il mandolinista Avi Avital, ha parlato della sua esperienza, anche personaggi “non musicisti”, come Enzo Jacchetti ed il pittore e scultore Michelangelo Pistoletto, hanno sottoscritto l’appello.
Del resto Pistoletto, che sta portando ovunque il suo Terzo Paradiso, ha voluto ricordare “che in fondo tutto è musica”. Lo sfruttamento minorile sta diminuendo, dicono le ricerche: ma il sogno è di farlo scomparire entro il 2025. Non sarà facile: ma gli artisti, si sa, sono dei visionari che anticipano il futuro.