“Paesi emergenti e concorrenti? Forse sì, se usiamo le lenti del pregiudizio. Ma se guardiamo al nostro Paese con un po’ di simpatia e anche di sano realismo senza farci divorare dal disfattismo, la situazione è ben diversa ”. Parola di Marco Fortis, docente di Economia industriale all’Università Cattolica e vicepresidente della Fondazione Edison. Fortis ha collaborato alla stesura di Italia, acronimo di Industria, Turismo, Agroalimentare, Localismo, Innovazione e Arte. I sei pilastri su cui si basa il rilancio del nostro Paese e su cui si basa il rapporto giunto alla seconda edizione di Fondazione Edison, Fondazione Symbola e Union Camere. Il rapporto si apre in exergo con una citazione di Emily Dickinson: “Non conosciamo mai la nostra altezza finché non siamo chiamati ad alzarci”. Per l’economista il problema italiano è proprio la capacità di alzarci e ripartire. “Non c’è bisogno di aspettare la ripresa per avere la consapevolezza che abbiamo uno degli export più forti al mondo”.
L’export italiano ci salverà?
“Non solo, ma la ripresa, quando arriverà, riguarderà proprio le produzioni di eccellenza del Made in Italy, che faranno da volano alla risalita. Produzioni, come è noto, provenienti prevalentemente dal Nord Italia. Abbiamo un surplus manifatturiero pari a 94 miliardi di euro. C’è un Sistema Italia che tiene ed è quello che esporta e vince. Un Sistema che è presente al Nord e che vede nell’Expo il baricentro ideale”.
L’Italia non soffre la concorrenza delle potenze economiche emergenti?
“Il sistema Italia tiene anche nei confronti dei Paesi emergenti, anzi, migliora e aumenta la produzione esportando proprio in questi Paesi che per l’impetuosa crescita economica aumentano i loro consumi e i loro bisogni di prodotti e servizi. Non solo nei cosiddetti Paesi del Bric ( acronimo di Brasile, Russia, India e Cina) ma anche in Turchia e nei Paesi Arabi, in Azebargian e in Georgia”.
Quando parla di Nord manifatturiero a quali regioni allude?
“A Lombardia, Emilia, Veneto e parte del Piemonte. Lo sapeva che la meccanica da sola genera un attivo commerciale pari a quello della moda e dell’arredo casa e che compete alla pari con il Giappone e la Germania in moltissimi settori?Siamo primi in settori caratterizzati da un alto tasso di innovazione,dalla robotica alle biotecnologie, dalle neuroscienze alla fisica delle particelle. E vogliamo parlare del turismo? Lo sapeva che l’Italia è prima assoluta in Europa per pernottamenti di turisti extra-Ue? In Europa siamo la meta preferita di americani, giapponesi, cinesi, australiani, canadesi, brasiliani, sudcoreani, turchi, ucraini e sudafricani. E’ un Italia che fa, che ha resistito alla crisi e che quando la crisi passerà, finalmente, guiderà la ripresa di tutte le altre Italie rimaste indietro”.