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giovedì 19 settembre 2024
 
Cinema
 

Jasmine Trinca fa volare "Fortunata" di Sergio Castellitto

23/05/2017  Nella storia tratta da un testo della moglie Margaret Mazzantini, il regista racconta il piccolo-grande sogno di una donna coraggiosa e provata dal destino: aprire un suo negozio di parrucchiera. Nel numero di Famiglia Cristiana in edicola da giovedì, l'intervista a Castellitto.

L’ambiente è quello, allo stesso tempo umano e degradato, della periferia romana. Dove tutti si conoscono, nel bene e nel male. Il male per Fortunata, oltre alle perenni difficoltà economiche, è rappresentato dall’ex marito Franco: maschilista, livoroso e pure pericoloso, visto che fa la guardia giurata e porta la pistola. La tampina, la minaccia, arriva perfino a violentarla in casa. Il bene per Fortunata, giovane mamma che per sbarcare il lunario si sbatte facendo la parrucchiera a domicilio, è la figlia di otto anni, Barbara, e la piccola rete che l’aiuta a far fronte alle beghe quotidiane: qualche amica del lavoro e Chicano, ex tossico che conosce fin da ragazzino, tatuatore e sognatore sgangherato, figlio premuroso ma disperato di Lotte, un tempo attrice di teatro e ora vecchia balzana malata di Alzeimer.

 

A volte le tengono loro la bambina mentre lei, in scooter, schizza da una parte all’altra della città dalle clienti. Il sogno di Fortunata e Chicano è di aprire un negozio da parrucchiera. Occorrono soldi e quelli oggi li prestano, a strozzo, solo i cinesi. Ma è quella la strada dell’emancipazione per Fortunata. Intanto, deve perder tempo a portare Barbara dallo psicologo infantile, come ordinato dal giudice: la bimba soffre per l’aspra separazione dei genitori, ha disturbi comportamentali. Ed è l’incontro con Patrizio, lo psicoterapeuta della Asl, che butta all’aria i piani. L’uomo capisce la bimba, ne conquista la fiducia. Ma poi si preoccupa anche di Fortunata, inopinatamente se ne innamora.

 

Potrebbe essere la svolta nella sua vita disgraziata: un uomo intelligente, colto, per bene, che la ama così come è. Perché dietro la mamma ansiosa e piena di pecche vede una donna intensa, sincera, passionale. Il marito separato, però, non molla la presa. Chicano non sopporta più di vedere la madre spegnersi poco a poco. I cinesi rivogliono indietro i soldi prestati. E anche l’amore di Patrizio non è rosa. Le cose precipitano in un vortice in cui Fortunata perde tutto: il negozio, l’affidamento della bambina, l’amico d’infanzia, la speranza. E’ una tigre in trappola: lotta, si ferisce, ringhia, affronta tutto e tutti. Ritroverà in extremis almeno la dignità di madre, per quanto imperfetta.

 

Non facile portare sullo schermo il romanzo forte, a tratti brutale, scritto da Margaret Mazzantini. Ma Sergio Castellitto, marito della scrittrice, è regista ispirato quando davanti all’obiettivo c’è una figura di donna. Bravo poi nell’affidarla a Jasmine Trinca, che dà gran prova di sé nei panni di moderna popolana. Presentando Fortunata a Cannes, il direttore generale Thierry Frémaux ha fatto riferimento a Mamma Roma di Pasolini. Accostamento non peregrino e non solo perché la storia è stata girata tra gli stessi stradoni di Tor Pignattara. C’è la stessa passione per la periferia, per i personaggi magari disgraziati ma veri. E una fame di vita che prende alla gola. Azzeccati pure gli altri interpreti, a partire da Edoardo Pesce nei panni dell’ex marito e la grande Hanna Schygulla nel ruolo della vecchia Lotte.

 

Su tutti spicca però per intensità e verità Jasmine Trinca, attrice scoperta da Nanni Moretti in La stanza del figlio (Palma d’oro proprio qui a Cannes nel 2001) e cresciuta fino a essere definita da Castellitto “la nuova Anna Magnani”. Potrebbe aver ragione.

FORTUNATA (4 stelline su 5)

Regia di Sergio Castellitto. Drammatico. Con Jasmine Trinca, Stefano Accorsi, Edoardo Pesce, Alessandro Borghi, Hanna Schygulla, Nicole Centanni.

 
 
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