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mercoledì 19 marzo 2025
 
 

Fra Xi e Biden un faccia a faccia per gestire le divergenze

16/11/2022  A Bali i due leader hanno imposto una pausa alla escalation delle accuse reciproche. Resta il nodo di Taiwan. All'inizio del prossimo anno prevista una missione in Cina del Segretario di Stato Blinken.

È sempre positivo quando due grandi leader mondiali si incontrano faccia a faccia. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e quello cinese Xi Jinping lo hanno fatto a Bali, in Indonesia, in occasione del G20. Sorrisi, strette di mano, e un colloquio di tre ore insieme alle rispettive delegazioni. Seduti uno di fronte all’altro, dietro due lunghi tavoli, separati da un grande cuscino di fiori, una sorta di praticello fiorito che sembrava propizio a una discussione serena. Biden e Xi Jinping non si incontravano di persona dal 2017. Da quando Biden è alla Casa Bianca hanno avuto solo incontri virtuali.

Sia Biden che Xi Jinping sono arrivati all’incontro rafforzati all’interno dei loro Paesi. Il mese scorso Xi Jinping è stato incoronato dal Congresso del Partito comunista cinese per un inedito terzo mandato alla guida della nazione. Biden invece, nonostante i sondaggi negativi, è uscito a testa alza dalle elezioni di metà mandato, in cui i democratici hanno contenuto le perdite alla Camera, hanno mantenuto la maggioranza al Senato e, in molti Stati, hanno sconfitto i candidati sostenuti da Donald Trump.

Il tono generale dell’incontro è stato dato dalle dichiarazioni iniziali dei due capi di Stato."Come leader delle principali economie del mondo, dobbiamo gestire la competizione dei due nostri paesi”, ha detto Biden."In qualità di leader di queste due grandi potenze, Cina e Stati Uniti, dobbiamo svolgere il ruolo di stabilire la direzione del timone e dovremmo trovare l'approccio corretto per lo sviluppo delle relazioni bilaterali”, ha premesso Xi Jinping.

L’incontro è arrivato in un momento fra i più bassi nelle relazioni fra Washington e Pechino. Restano forti i dissidi su Taiwan, sui rapporti con la Russia di Putin,  sulla competizione commerciale e tecnologica. La stampa cinese ogni giorno attacca gli Stati Uniti e nel marzo del 2021 ad Anchorage, in Alaska, l’incontro fra i consiglieri di Biden e di Xi Jinping era stato tesissimo.

A Bali i due leader hanno imposto una pausa alla escalation delle accuse reciproche. “Ciascuno ha riaffermato le sue posizioni, senza abbassare la guardia, ma sforzandosi tuttavia di evitare una retorica bellicosa”, ha scritto il quotidiano francese Le Monde.

In sostanza Biden e Xi Jinping hanno preso atto delle di ciò che li divide, ma hanno concordato di gestire la loro competizione nel miglior modo possibile, senza trascendere e senza spingere il mondo verso una nuova guerra fredda. “Credo assolutamente  che non ci sia bisogno di una nuova guerra fredda”, ha detto Biden. "Gli Stati Uniti e la Cina dovrebbero mostrare al mondo che sono in grado di gestire e controllare le loro differenze, evitando giudizi errati o una feroce concorrenza che scivola verso scontri e confronti”, ha spiegato il ministro degli esteri cinese Wang Yi.

A proposito di Taiwan, un tema che aveva provocato tensioni in occasioni della recente visita nell’isola da parte di Nancy Pelosi, speaker della Camera, Biden ha affermato di sostenere la politica della "Cina unica", ma ha anche avvertito Xi che la posizione aggressiva della Cina nei confronti dell'isola minaccia la stabilità nell'area e potrebbe, in definitiva, mettere a repentaglio l'economia globale.Per Xi, secondo il riassunto cinese dei colloqui. Taiwan è “il fulcro degli interessi fondamentali della Cina, e una linea rossa che non può essere oltrepassata nel rapporto fra Cina e Stati Uniti”. Quindi per ora l’obiettivo è quello di mantenere lo status quo, senza far crescere la tensione.

Biden non ha ottenuto da Xi Jinping condanne esplicite nei confronti della Russia  per l’intervento in Ucraina. Il presidente cinese ha usato toni sfumati, ma in ogni caso è chiaro che la Cina non ama tutto ciò che può alterare la stabilità mondiale, compreso un eventuale devastante uso delle armi atomiche.

“Entrambi i leader sono entrati nella riunione cercando di guadagnare tempo e abbassare la temperatura, anche se per motivi diversi. Ci sono riusciti”, ha detto al New York Times Evan S. Medeiros, professore della Georgetown University che è stato il principale consigliere del presidente Barack Obama per gli affari dell'Asia-Pacifico. “Il vero banco di prova di questo incontro non è oggi, ma tra 6-12 mesi, quando vedremo se i problemi sono stati gestiti o peggiorati”.

Intanto è stata annunciata una missione in Cina del Segretario di Stato Usa Anthony Blinken, messa in agenda per i primi mesi del 2023.

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