Quindici titoli tra produzioni e spettacoli ospiti, un Focus su La Ruina, un premio teatrale, Scintille 2020, rivolto alle giovani compagnie under 35 per un totale di oltre centodieci recite. Sono i numeri della stagione 2020/2021 del Teatro Menotti che ha scelto come immagine la Terra fotografata nel 1972, per la prima volta dallo Spazio, dagli astronauti dell’Apollo 17 per quello che è il capitolo 2, intitolato “Fragili come la terra”, della stagione dopo l’avvio durante l’estate. «In questo periodo difficile in cui siamo chiamati a sfide individuali e condivise», spiega il direttore artistico Emilio Russo, «in cui l’io deve coincidere con il noi, l'immagine della Blu Marble è tornata inevitabilmente alla mente a ricordarci che siamo gli abitanti fragili di un pianeta fragile sommerso nel blu e l’abbiamo voluta come manifesto del secondo capitolo della stagione 2020/2021 che si occuperà dei temi legati alla crisi ambientale, sociale e culturale del Pianeta Blu, attraverso spettacoli, letture sceniche, proiezioni cinematografiche, incontri, per un’attività che invaderà il teatro quotidianamente».
Il filo conduttore è raccontare il rapporto tra la Terra e i suoi abitanti. Dall’analisi spietata e poetica di Jonathan Safran Foer sulla “casa in fiamme” che non riusciamo a salvare in Possiamo salvare il mondo prima di cena, ai viaggi temporali e surreali di Kurt Vonnegut e il suo capolavoro Mattatoio n.5, al cult generazionale Guida Galattica per gli Autostoppisti, alla penna dissacrante e divertita di Ennio Flaiano con il suo Marziano a Roma. Autori ed opere, parole e suoni per misurare la temperatura del nostro pianeta. Ad arricchire il cartellone la compagnia catalana Agrupación Señor Serrano con l’esplorazione senza mappa sulla verità.
La stagione, dopo la fase autunnale, prosegue da gennaio fino a maggio con il Capitolo 3, intitolato “Lo stato delle cose”. In cartellone, Saverio La Ruina e il suo teatro potente e necessario, Milvia Marigliano e la vita e i versi di Alda Merini, l'irriverenza di Shakespeare raccontato in 90 esilaranti minuti, la comicità dissacrante e sempre attuale degli Uccelli di Aristofane, la controversa storia della "saponificatrice di Correggio" in Mater Dulcissima, i monologhi e le canzoni indimenticabili di Gaber in Far finta di essere sani e la poesia contemporanea della rock star americana Bruce Springsteen, portata in scena da Mariangela D’Abbraccio.
La compagnia under 35 del Collettivo Menotti
«Mai come in questa fase», prosegue Russo, «ci siamo resi conto di come il teatro sia necessario. L’abbiamo visto negli sguardi emozionati, nella notte tra il 14 e il 15 giugno, quando abbiamo voluto essere il primo teatro ad aprire dopo il lockdown, in un’azione per noi simbolica e concreta. L’abbiamo visto nella partecipazione convinta e numerosa in occasione dell’avvio estivo di questa stagione teatrale 2020/2021, che abbiamo voluto chiamare Capitolo 1, con la complicità degli artisti a noi più vicini, che hanno animato il cortile di palazzo Sormani, uno dei luoghi più prestigiosi della città. Lo vediamo e lo ascoltiamo nelle continue richieste d’informazioni da parte del nostro pubblico che ci dimostra quotidianamente vicinanza e voglia di ricominciare. La nostra risposta, contro quell’immobilismo che rischia di essere il virus peggiore, deve essere rispettosa delle regole e dello “stato delle cose” di questa inedita ed imprevista situazione, che ci costringe ad essere più che mai concentrati sul presente, mentre tentiamo di interpretare un futuro che sembra più lontano e sfocato del solito. E il presente significa anche rispetto, consapevolezza e sostenibilità. Per tutto questo, ma anche per insistere nella ricerca di linee progettuali originali, abbiamo articolato la stagione 2020/2021 in capitoli autonomi, ognuno con la propria narrazione, ognuno modulato e modulabile rispetto alle diverse situazioni che saranno imposte».
Il capitolo 2 della stagione, spiegano dal Teatro, vuole anche essere una risposta alla crisi occupazionale del fare teatro soprattutto nei riguardi delle nuove generazioni con la formazione di una compagnia under 35, il Collettivo Menotti, formata da una decina di attori e musicisti professionisti che saranno impegnati lungo buona parte del periodo della proposta (novembre, dicembre) per le prove e la realizzazione degli spettacoli (anche collaborando alla regia ed alla drammaturgia) delle letture sceniche e delle varie attività collaterali previste dal programma. Ovviamente, molto dipenderà dai provvedimenti per contenere l’epidemia: «In questa incertezza consapevole ci pare più che mai un messaggio forte quello di dedicare ancora più attenzione al presente, che è forse uno degli insegnamenti che ci lascerà questa orrenda esperienza», dice il direttore artistico, «sarà necessario guardare con rispetto al futuro, anche quello imminente che abbiamo sempre pensato di poter dominare. Non si tratta di convivere con il virus - una delle invenzioni mediatiche più odiose - ma di affrontare questa realtà mai vissuta in precedenza, con riguardo attento verso lo Stato delle cose, compresa la nuova sensibilità psicologica individuale e collettiva. Il teatro, proprio perché spazio della collettività e dell’incontro, deve essere raccontato come un luogo sicuro, senza deroghe, dove per un po’ la qualità dei contenuti dovrà per forza sostituire l’aritmetica dei numeri».