La nuova conduttrice dello Zecchino d’Oro tifa Juve, è abbottonatissima sulla sua vita privata, non sopporta le parole “ministra” e “sindaca” e pensa che ci voglia un nuovo linguaggio per parlare delle donne e dei giovani. «Hillary Clinton», dice, «ha perso le elezioni perché è stata poco femminile, ha prevalso la maschera del potere».
Francesca Fialdini, 37 anni, toscana di Massa, da due anni a Uno Mattina dà il buongiorno e le notizie agli italiani in coppia con Franco Di Mare. Ha lavorato a Radio Vaticana ed è stata inviata di A Sua Immagine. Il 7 dicembre esce per Città Nuova il suo libro, Il sogno di un venditore di accendini, ispirato alla storia vera di Youssou, fuggito dal Senegal per cercare fortuna in Europa. Ora è approdata allo Zecchino insieme al giovane cantante Giovanni Caccamo, vincitore di Sanremo 2015 per le nuove proposte.
Francesca, all’Antoniano sei ormai di casa.
«Per anni ho condotto le selezioni nazionali, è stata una bellissima esperienza».
Adesso però giochi in un altro ruolo.
«Per me è un debutto assoluto nell’intrattenimento puro. Avrò tanto da imparare. Anche dai bambini».
È vero che lo Zecchino d’Oro favorisce il divismo infantile? Lo dicevano già negli anni Settanta quando i reality non esistevano.
«Ma va. Nei bimbi non ho mai visto spirito competitivo, non vengono per fare una gara e vincere ma per giocare. Anche se il gioco è serio. E poi non scimmiottano i grandi. Forse il problema è di qualche genitore».
Troppo scalmanati?
«Se ce n’è qualcuno viene subito fermato. Lo Zecchino è una delle poche zone franche della Tv in cui i bambini sono felici e liberi di essere loro stessi».
Insomma, se avessi un figlio lo faresti partecipare.
«Subito. E spingo sempre i miei amici a mandare i loro figli. C’è un clima di grande familiarità. Molte famiglie dopo le selezioni fanno amicizia e alcune vanno in vacanza insieme».
Le polemiche degli anni Settanta sono ancora vive?
«Una signora su Facebook ha scritto che dovrei vergognarmi di presentare lo Zecchino perché promuove un’immagine sbagliata dell’infanzia».
E tu?
«Sono rimasta indignata. Evidentemente dopo 59 anni non si conosce bene questa manifestazione e lo spirito che la anima. L’Antoniano è un’istituzione che fa tanta beneficenza, adesso sta creando le mense nei luoghi colpiti dal terremoto».
Ti piacciono i talent show per bambini?
«No, mio figlio non lo manderei. Si esaspera troppo la competizione».
Francesca Fialdini con Giovanni Caccamo presentano lo Zecchino d'Oro 2016
Tu sei celebre per essere molto riservata sulla tua vita privata. La faresti un’eccezione? «Vorrei avere dei figli, credo che questo sia il più grande desiderio che possa avere una donna. Però è la vita che ti deve mettere nella condizione di poterlo realizzare».
Adesso c’è questa possibilità?
«No».
Quali notizie ti piacerebbe approfondire in Tv?
«Bella domanda. Penso che in questo momento dobbiamo cercare un nuovo linguaggio per raccontare il mondo delle donne e quello dei giovani».
Partiamo dalle donne.
«Vanno trovate chiavi diverse di lettura, meno scontate, sono stufa di tutta questa retorica attorno alla cosiddetta emancipazione femminile».
Cos’è che non ti piace?
«Si parla di progresso e viviamo in una società che non sa ancora valorizzare la donna come madre e come lavoratrice. Ma quand’è che la donna farà la donna? Io mi sento dire spesso anche da mie coetanee: “tu lavorando in Tv non potrai mai fare la mamma, dovresti stare a casa con tuo marito”. È terribile».
Quand’è che la donna farà la donna?
«Quando abbandonerà il linguaggio dell’uomo per farsi valere e dichiarare semplicemente le proprie idee. Ma è mai possibile che si debba ridurre tutto all’uso della parola sindaca o ministra? E se un giorno avremo un Capo dello Stato donna che facciamo? Diremo capa?».
Hillary Clinton ha perso le elezioni perché donna?
«È stata poco femminile, in lei ad un certo punto ha prevalso la maschera del potere. Non basta indossare un pantalone e mostrarsi forte per affermarsi. La modalità femminile in Hillary non è stata riconosciuta e molte elettrici l’hanno abbandonata. Forse Michelle Obama avrebbe avuto più chance perché in questi anni è stata accanto al marito in maniera discreta facendo politica in maniera femminile».
E sui giovani?
«Oggi molti di loro non hanno punti di riferimento stabili e si confrontano troppo spesso fra di loro senza avere un adulto di riferimento da prendere a modello o stimare».
Cosa vorresti approfondire?
«L’uso dei nuovi mezzi di comunicazione. È un tema cruciale, c’è un divario enorme tra il modo di approcciarsi dei giovani alla realtà e un adulto. Anche se molti adulti hanno preso dimestichezza con i media digitali il modo di ragionare diverso, noi siamo molto analogici, i ragazzi sono digitali anche nelle relazioni. Si fa tutto su WhatsApp e ci stiamo perdendo tante cose. La voce dell’altro, per esempio…».
Qual è il pensiero che fai la sera prima di andare a dormire?
«Di solito prego, mi piace leggere un Salmo».