Caro direttore, ma noi cattolici un Papa come Francesco siamo disposti a seguirlo? La notte in cui fu eletto non ho dormito, pensando alla ventata di novità che rappresentava per la Chiesa e per la sua umiltà (anche nella scelta del nome). Per lunghi anni la Chiesa era rimasta ferma, indietro rispetto alla società umana (di duecento anni, diceva il cardinal Martini), arroccata e autoreferenziale nei rapporti con il mondo. Con papa Francesco «il Papa diventa uomo» (Enzo Bianchi); «uno di noi», come dicono, con la loro tipica sfrontatezza, i giovani. Lo Spirito, instancabilmente al lavoro, ha prodotto frutti veramente insperati.
Sta finendo, infatti, il tempo dei baciamano, della reverenza, della netta suddivisione tra chi ha il potere e quindi comanda, e chi, invece, deve solamente e silenziosamente ubbidire. Anche nella Chiesa, spesso, storicamente, è stato attuato quello che prima era successo nel mondo. Non è un caso, infatti, che alla figura dell’imperatore fosse contrapposta, come sovrano assoluto, quella del Papa. Cui dovevano essere riservati, oltre all’obbedienza incondizionata, gli onori, corrispondenti alla presenza di un Dio in terra. E tutto ciò nonostante un annuncio evangelico basato su presupposti del tutto antitetici. «Sono venuto per servire e non per essere servito», dice Gesù.
Il messaggio cristiano è “lievito” per la storia, e, come tale, non rimane inerte, ma costringe la “pasta” a espandersi, a trasformarsi. Così è stato e così sarà per la realtà nella quale tutti, volenti o nolenti, siamo immersi. Certo, ci sono delle forze ostili a questo cambiamento: stupirebbe il contrario. Forze retrive, che credono il loro benessere, le loro tranquillizzanti idee e modi di vivere di ispirazione divina. Dimenticando la forza dirompente del Vangelo. Sì, i tempi sono questi: a noi fedeli il compito di seguire un pastore così immerso nella spiritualità evangelica.
LUIGI MAGNANI
Caro Luigi, grazie per la tua riflessione. Noi crediamo che la Chiesa è guidata dallo Spirito Santo, nonostante sia anche fatta di peccatori e quindi possa fare scelte sbagliate. Nemmeno Francesco, da questo punto di vista, è perfetto. Lui stesso ha detto più volte di essere un peccatore e costantemente chiede la nostra preghiera. Lo Spirito guida la Chiesa riportandola sempre alla sorgente del Vangelo, a Gesù Cristo. È quello che sta facendo papa Francesco. Ricordarci il Vangelo, il nostro essere di Cristo; il primato dell’amore e del servizio e non del potere e degli onori.