Sessantuno anni, poliedrico personaggio dello spettacolo, cabarettista, attore, doppiatore, cantante, nella fiction Un passo dal cielo interpreta i panni di Roccia, di origini venete, il fedele sovrintendente capo forestale di Pietro (Terence Hill), fratello di Assunta e padre di Chiara. Lo abbiamo raggiunto sul set dove si stanno girando le nuove puntate della serie che sarà trasmessa da Rai 1.
Lei ama la montagna?
«Per forza. Sono di Luino, sul Lago Maggiore, a pochi chilometri dalla Svizzera. Papà era alpino e in montagna si andava in vacanza ogni anno».
Conosceva le Dolomiti prima di girare la fiction?
«Certo. Ma più la zona vicino al passo Sella. Ho avuto modo di frequentare le Dolomiti quand’ero inviato al Giro d’Italia per Striscia la notizia».
Che idea s’è fatta dell’Alto Adige e dell’Alta Pusteria?
«Di una terra splendida, dove però appena arrivi ti pare di essere all’estero. Fanno le fatture fiscali e gli scontrini su ogni cosa che acquisti! La Pusteria mi dà una sensazione di tranquillità e di pace, immersi come si è nella natura. E poi dico a tutti: affrettiamoci a visitare le Dolomiti, perché tra due milioni di anni queste montagne non ci saranno più».
Che cosa si ricorda di più del set sulle Tre Cime di Lavaredo?
«Che si doveva girare una scena con una bufera di neve. La produzione aveva fatto arrivare fin lassù, con qualche problema, le macchine per creare la neve finta e sa com’è finita? Che non abbiamo potuto girare perché nevicava sul serio».
Il successo di Un passo dal cielo è dovuto anche a questa location affascinante?
«Sì, per il 50 per cento. L’altro 50 è dovuto al fascino di Terence. Quando infila le staffe, sale a cavallo e s’allontana al galoppo, è l’apoteosi»