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sabato 26 aprile 2025
 
La lettera
 

Francesco scrive ai cattolici cinesi: «La fede cambia la storia»

27/09/2018  Il Papa spiega i motivi dell'accordo provvisorio firmato fra la Santa Sede e il Governo di Pechino. Francesco ha espresso la sua “sincera ammirazione”, che «è l’ammirazione dell’intera Chiesa cattolica», per il dono «della costanza nella prova, della radicata fiducia nella Provvidenza di Dio, anche quando certi avvenimenti si sono dimostrati particolarmente avversi e difficili».

Papa Francesco ha scritto un messaggio ai cattolici della Cina (ma nel titolo si precisa che il testo è rivolto anche alla Chiesa universale) per spiegare i motivi dell’accordo provvisorio firmato sabato scorso sulla scelta dei vescovi.

“Negli ultimi tempi”, premette Francesco, “sono circolate tante voci contrastanti sul presente e, soprattutto, sull’avvenire delle comunità cattoliche in Cina. Sono consapevole che un tale turbinio di opinioni e di considerazioni possa aver creato non poca confusione, suscitando in molti cuori sentimenti opposti. Per alcuni, sorgono dubbi e perplessità; altri hanno la sensazione di essere stati come abbandonati dalla Santa Sede e, nel contempo, si pongono la struggente domanda sul valore delle sofferenze affrontate per vivere nella fedeltà al Successore di Pietro. In molti altri, invece, prevalgono positive attese e riflessioni animate dalla speranza di un avvenire più sereno per una feconda testimonianza della fede in terra cinese”.

“Da parte mia”, prosegue il papa, “ho sempre guardato alla Cina come a una terra ricca di grandi opportunità e al Popolo cinese come artefice e custode di un inestimabile patrimonio di cultura e di saggezza, che si è raffinato resistendo alle avversità e integrando le diversità, e che, non a caso, fin dai tempi antichi è entrato in contatto con il messaggio cristiano. Come diceva con grande acume il P. Matteo Ricci, S.I., sfidandoci alla virtù della fiducia, «prima di contrarre amicizia, bisogna osservare; dopo averla contratta, bisogna fidarsi» .”

Francesco ricorda che l’accordo è “frutto del lungo e complesso dialogo istituzionale della Santa Sede con le autorità governative cinesi, inaugurato da San Giovanni Paolo II e proseguito da Benedetto XVI”.  Proprio Papa Ratzinger, già nel maggio del 2007, fu autore di una “Lettera ai cattolici cinesi” richiamata più volte nel testo firmato da Francesco.

"Al fine di sostenere e promuovere l’annuncio del Vangelo in Cina e di ricostituire la piena e visibile unità nella Chiesa”, prosegue il testo di papa Francesco, “era fondamentale affrontare, in primo luogo, la questione delle nomine episcopali. È a tutti noto che, purtroppo, la storia recente della Chiesa cattolica in Cina è stata dolorosamente segnata da profonde tensioni, ferite e divisioni, che si sono polarizzate soprattutto intorno alla figura del Vescovo quale custode dell’autenticità della fede e garante della comunione ecclesiale”.

Quindi il papa spiega la sua decisione: “Perciò, dopo aver attentamente esaminato ogni singola situazione personale e ascoltato diversi pareri, ho riflettuto e pregato molto cercando il vero bene della Chiesa in Cina. Infine, davanti al Signore e con serenità di giudizio, in continuità con l’orientamento dei miei immediati Predecessori, ho deciso di concedere la riconciliazione ai rimanenti sette Vescovi “ufficiali” ordinati senza Mandato Pontificio e, avendo rimosso ogni relativa sanzione canonica, di riammetterli nella piena comunione ecclesiale. In pari tempo, chiedo loro di esprimere, mediante gesti concreti e visibili, la ritrovata unità con la Sede Apostolica e con le Chiese sparse nel mondo, e di mantenervisi fedeli nonostante le difficoltà”.

Francesco spiega che si apre una pagina nuova: “L’Accordo Provvisorio siglato con le Autorità cinesi, pur limitandosi ad alcuni aspetti della vita della Chiesa ed essendo necessariamente perfettibile, può contribuire – per la sua parte – a scrivere questa pagina nuova della Chiesa cattolica in Cina. Esso, per la prima volta, introduce elementi stabili di collaborazione tra le Autorità dello Stato e la Sede Apostolica, con la speranza di assicurare alla Comunità cattolica buoni Pastori”.

“In questo contesto, aggiunge il papa, “la Santa Sede intende fare sino in fondo la parte che le compete, ma anche a voi, Vescovi, sacerdoti, persone consacrate e fedeli laici, spetta un ruolo importante: cercare insieme buoni candidati che siano in grado di assumere nella Chiesa il delicato e importante servizio episcopale. Non si tratta, infatti, di nominare funzionari per la gestione delle questioni religiose, ma di avere autentici Pastori secondo il cuore di Gesù, impegnati a operare generosamente al servizio del Popolo di Dio, specialmente dei più poveri e dei più deboli, facendo tesoro delle parole del Signore: «Chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti» (Mc 10,43-44)”.

Il papa chiede ai cattolici cinesi “che siano  buoni cittadini, amino pienamente la loro Patria e servano il proprio Paese con impegno e onestà, secondo le proprie capacità. Sul piano etico, siano consapevoli che molti concittadini si attendono da loro una misura più alta nel servizio al bene comune e allo sviluppo armonioso dell’intera società. In particolare, i Cattolici sappiano offrire quel contributo profetico e costruttivo che essi traggono dalla propria fede nel regno di Dio. Ciò può richiedere a loro anche la fatica di dire una parola critica, non per sterile contrapposizione ma allo scopo di edificare una società più giusta, più umana e più rispettosa della dignità di ogni persona”.

Francesco chiede ai giovani cinesi “di collaborare alla costruzione del futuro del vostro Paese con le capacità personali che avete ricevuto in dono e con la giovinezza della vostra fede. Vi esorto a portare a tutti, con il vostro entusiasmo, la gioia del Vangelo”.

Nella parte finale del documento Papa Francesco si rivolge “con rispetto a Coloro che guidano la Repubblica Popolare Cinese” rinnovando “l’invito a proseguire, con fiducia, coraggio e lungimiranza, il dialogo da tempo intrapreso. Desidero assicurare che la Santa Sede continuerà ad operare sinceramente per crescere nell’autentica amicizia con il Popolo cinese”.

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