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venerdì 04 ottobre 2024
 
Presidenziali francesi
 

Francia, veleni e incertezza nella corsa verso l'Eliseo

02/03/2017  Marine Le Pen favorita la primo turno, ma con qualche ombra. Fillon in lotta con i giudici. La sinistra divisa. Macron in ascesa. Non mancano le sorprese nella campagna elettorale per le elezioni presidenziali. Il primo turno è fissato per il 23 aprile.

Il presidente in carica che, fatto inaudito,  non si ricandida. La sinistra spaccata, perciò debole. Il candidato di centrodestra indagato. La  candidata della destra in testa ai sondaggi, ma con il rischio di  finire nel mirino dei giudici. Un giovane aspirante alla presidenza in ascesa ma non immune da critiche e contestazioni (ieri gli hanno lanciato un uovo in testa). La Francia sta vivendo  una delle campagne elettorali più pazze e incerte della storia. 

Il primo turno delle presidenziali si svolgerà il 23 aprile, mentre il 7 maggio è previsto il ballottaggio. Al momento, nulla è sicuro e le sorprese sono ancora possibili. Una prima certezza è che il presidente in carica, François Hollande, non si ricandida. Di solito un presidente ci riprova, lui non lo ha fatto, conscio dei sondaggi sfavorevoli e della scarsa popolarità tra i francesi. Il circo delle primarie, sia nel centrodestra che nella sinistra socialista, ha riservato sorprese. 

Gli elettori del centrodestra hanno bocciato sia l’ex presidente Sarkozy (che carezzava l’idea di una improbabile riconquista dell’Eliseo) sia il sindaco di Bordeaux ed ex premier Alain Juppé, che sulla carta sembrava un personaggio meno divisivo di Sarkozy. Dalle primarie dei “Républicains” è uscito vincitore François Fillon, 62 anni (primo ministro dal 2007 al 2012), il quale però ora si trova invischiato nel cosiddetto Penelopegate. Penelope è il nome della sua moglie di origine gallese e Fillon è accusato di aver ricevuto fondi pubblici (quasi un milione di euro) per retribuire un incarico fittizio della moglie, assunta come assistente parlamentare. Fillon nega, si ritiene vittima di “un’assassinio politico”, ma i giudici vanno avanti e hanno convocato Fillon per un interrogatorio fissato il prossimo 15 marzo. Intanto attorno a Fillon si sta facendo il vuoto, alcuni suoi sostenitori prendono le distanze e ormai quasi tutti gli analisti  lo considerano un cavallo azzoppato e perdente nella corsa verso l’Eliseo. Il problema è che il centrodestra non sembra avere ancora un “piano B” per rimpiazzarlo.

Nelle primarie dei socialisti, dopo la sconfitta dell’ex premier Manuel Valls, si è imposto Benoît Hamon, 49 anni, ex ministro dell’istruzione, con un programma di sinistra radicale che ha poche speranze di far presa su un elettorato fondamentalmente conservatore come quello francese. Infatti i sondaggi lo danno perdente. E non va molto meglio per il candidato comunista Jean-Luc Mélenchon, 65 anni. 

I sondaggi invece, danno in ascesa Emmanuel Macron, 39 anni, ex ministro dell’economia del secondo governo Valls, astro nascente della politica francese, leader di un movimento che ha chiamato “En marche!” (in marcia). Giovane, dinamico, di bell’aspetto, Macron piace molto agli intellettuali e agli elettori dei grandi centri urbani, ma questo rischia di non bastare per conquistare la presidenza, ma intanto Macron ha incassato il sostegno del centrista Bayrou. Anche su Macron girano veleni. Ha dovuto negare di essere gay e gli  si rimprovera di aver lavorato per una grande banca d’affari.

Marine Le Pen, 48 anni, leader del Front National, euroscettica, naviga in testa ai sondaggi, ma anche la sua corsa non è  indenne da ostacoli. Il suo partito avrebbe ricevuto soldi dei contribuenti europei per retribuire assistenti di europarlamentari che, in realtà, avrebbero lavorato solo per il Front National. Inoltre, il 2  marzo, l’Europarlamento ha tolto a Marine Le Pen l’immunità parlamentare per aver diffuso sul suo account Twitter immagini esplicite di crimini commessi dall’Isis. Anche lei, come FIllon, pensa che sia tutta una montatura e confida nei sondaggi.

Marine Le Pen potrebbe trovarsi in testa dopo il primo turno, ma a quel punto scatterebbe nei francesi il riflesso per cui sarebbe meglio votare chiunque, magari turandosi il naso,  piuttosto che far vincere il candidato dell’estrema destra. Accadde già nel 2002 quando il padre di Marine, Jean Marie, arrivò secondo al primo turno dietro Chirac. Nel secondo turno anche gli elettori di sinistra scelsero di rieleggere Chirac. Vedremo se la storia si ripeterà, ma qui al 7 maggio le sorprese sono sempre possibili.

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