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venerdì 13 settembre 2024
 
 

Francia, no ai matrimoni gay

13/01/2013  Movimenti cattolici e laici hanno protestato contro la legge che vorrebbe istituire il "matrimonio per tutti". Battaglia di cifre, ma qualche risultato è già stato ottenuto.

Speravano di ripetere l’impresa del 1984 quando un milione di manifestanti in piazza a Parigi aveva costretto il presidente socialista Mitterrand a rinunciare al progetto di statalizzazione delle scuole private (prevalentemente cattoliche). Ma questa volta, gli avversari del “matrimonio per tutti” o “matrimonio gay” non sono riusciti a radunare più di mezzo milione di persone, anche se gli organizzatori assicurano che i dimostranti erano “come minimo” 800mila. Ma per la polizia erano al massimo 340mila. Comunque, il presidente François Hollande ha subito messo le mani avanti: “Il numero del manifestanti è consistente - ha dichiarato - ma non impedirà che la legge che istituirà il matrimonio per tutti approdi in Parlamento il 29 gennaio”.

Come sempre, si assiste a una battaglia di cifre fra le autorità e gli organizzatori della manifestazione. Detto questo, anche se i dimostranti erano “solo” mezzo milione, la mobilitazione è stata impressionante tenuto conto, per di più, del freddo intenso che si è abbattuto oggi su Parigi. Tre maxicortei, partiti da tre punti diversi della capitale francese (Place d’Italie, Place Denfert-Rocherau, Porte Maillot) sono confluiti ai piedi della Torre Eiffel, dove la marea umana ha riempito l’immenso spiazzo del “Champ de Mars”

Movimenti cattolici e tradizionalisti laici costituivano il grosso della manifestazione
. Ma c’erano anche i militanti del partito di Centrodestra Ump (il partito di Sarkozy) con, alla loro testa, il presidente (contestato) del partito Jean-François Copé. Il suo avversario all’intendi dell’Ump, l’ex premier François Fillon, si era astenuto. Così come non aveva voluto partecipare alla manifestazione la leader del Fronte Nazionale Marine Le Pen, sebbene i militanti del partito d’estrema destra fossero numerosi nei cortei.

Contro il “matrimonio per tutti” si sono pronunciati anche gli esponenti delle altre religioni, primi fra tutti gli imam musulmani e il gran rabbino di Francia. Ma chi più strenuamente ha preso posizione è stata la gerarchia cattolica, sulla scia del pontefice Benedetto XVI. La grande manifestazione di oggi ha sottolineato le divisioni che lacerano il Paese sul tema delicato della famiglia. Gli avversari del matrimonio fra omosessuali hanno invitato il presidente Hollande e il Governo a ritirare il progetto, o quanto meno a organizzare un referendum popolare.

Ma Hollande, come si è detto, tiene duro: il disegno di legge approderà il Parlamento il 29 gennaio. Su un punto, però, il capo dello Stato e il Governo hanno fatto (parzialmente) marcia indietro: nella legge sul matrimonio per tutti non si parlerà né delle adozioni per le coppie omosessuali, né della cosiddetta “Pma”, o “procreazione medicalmente assistita” (ossia la fecondazione artificiale per le coppie omosessuali di sesso femminile). Sono già numerose le nazioni europee (a cominciare dalla Spagna) dove il problema del matrimonio fra omosessuali è stato affrontato e risolto. Ma in Francia il dibattito ha assunto un carattere ideologico, soprattutto perché esso rimette in questione il concetto di laicità, visto che sono le gerarchie religiose (cattoliche, musulmane, israelite) a teleguidare il movimento di protesta. Al concetto di laicità la maggioranza dei francesi è visceralmente attaccata, e la controversia sul matrimonio fra omosessuali si riallaccia alle antiche battaglie della vita politica e culturale della “République”, alla dura lotta che aveva preceduto la separazione fra Stato e Chiesa sancita dalla legge del 1905.

Gli organizzatori della manifestazione hanno chiesto di essere ricevuti il più presto possibile dal presidente Hollande. Altrimenti - hanno minacciato - “scenderemo di nuovo in piazza”. Ma il matrimonio gay è una delle promesse elettorali di François Hollande, e il presidente socialista (che si è già rimangiato diverse altre promesse) non intende cedere: non ritirerà il disegno li legge che spacca la Francia. Del resto, le polemiche e le controversie su questo tema delicato gli fanno anche comodo, dal momento che fanno dimenticare altri temi e problemi (soprattutto in campo economico) ben più gravi e scottanti.

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