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Franco Zeffirelli: la Lirica saluta "un amico, e soprattutto un genio"

18/06/2019 

Il Teatro alla Scala è stato il primo al mondo a rendere omaggio a Franco Zeffirelli. Sabato 15 giugno, meno di due ore dopo la notizia della morte del regista, era in programma la prova generale de “I Masnadieri” e il sovrintendente Alexander Pereira è salito in palcoscenico per annunciare la morte del maestro e ricordare la sua lunga collaborazione con il teatro milanese. Zeffirelli ha firmato al Piermarini ventun produzioni di venti titoli, a partire da “L’italiana in Algeri” con Giulietta Simionato diretta da Carlo Maria Giulini nel 1953 fino alla nuova “Aida” diretta da Riccardo Chailly in apertura della Stagione 2006 – 2007. In tutto oltre 500 rappresentazioni, fra le quali la leggendaria “Bohème” del 1963 diretta da Herbert von Karajan con Mirella Freni e Gianni Raimondi,  Una regia del capolavoro pucciniano, come scrisse il critico Massimo Mila dopo una ripresa dello spettacolo nel 1979, “piena di rispetto, e soprattutto d’affetto per l’immagine tradizionale dell’opera”. Memorabile il secondo atto, con l’affollatissima scena (fino a 240 comparse, più un cavallo) ambientata nel Café Momus e nelle strade del Quartiere Latino di Parigi. Eccessivo, esagerato fin che si vuole, ma lo spettacolo è ancora in repertorio alla Scala, alla Staatsoper di Vienna e al Metropolitan di New York. Da ricordare anche “Otello” che aprì la stagione scaligera il 7 dicembre 1976, trasmesso in diretta dalla Rai. Il protagonista era Placido Domingo, il quale in un messaggio caloroso e commosso ha voluto salutare Franco Zeffirelli come “amico, collega e soprattutto genio!”.

Le regie d’opera di Zeffirelli sono amatissime dal pubblico e talvolta bersagliate dai critici. Il critico musicale Elvio Giudici ha definito Zeffirelli “un regista che di aggettivi ne suggerisce molti, ma minimalista certamente no”. Il maestro scomparso spesso si faceva prendere dalla voglia di strafare, la tentazione del kolossal hollywoodiano  era sempre in agguato, tuttavia resta memorabile anche una sua “Aida” del 2001 nel piccolo Teatro di Busseto (solo 350 posti), minimalista, senza eccessi, subito ribattezzata “Aidina”.

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