L’Erode che non t’aspetti. Il primo hip-hop nella storia dello spettacolo. In un’opera rock che ha varcato i decenni ed è diventata mito. A interpretarlo, da due stagioni, è Frankie hi-nrg mc (in alto a destra in una scena del musical) al secolo Francesco Di Gesù, uno dei precursori del rap italiano. L’opera in questione è il musical Jesus Christ Superstar composto da Andrew Lloyd Webber con testi di Tim Rice portato per la prima volta in scena a Broadway nel 1971, (molto) liberamente ispirato al Vangelo di Giovanni e dal quale, due anni dopo, è stato tratto l’omonimo film diretto da Norman Jewison con il celeberrimo Ted Neeley nei panni di Gesù. Nel 1973, quando arrivò a Roma, alcune frange del cattolicesimo tradizionalista cercarono di bloccare la proiezione della pellicola mentre, come ha rivelato lo stesso Neeley in un’intervista di qualche anno fa, piacque molto a Paolo VI che lo vide in privato in Vaticano insieme al regista Jewison: «Questo film», avrebbe detto Montini stando racconto di Neeley, «contribuirà a portare e a far conoscere il cristianesimo in tutto il mondo più di qualsiasi altra cosa, in un momento storico come questo che stiamo vivendo. Raccontare la Passione di Cristo attraverso la musica, e specialmente con la musica che piace tanto ai giovani, significa poter arrivare a parlare di Gesù in tutti i cinque continenti, a grandi, giovani e persino bambini, senza distinzioni di religioni e di razze perché la musica da sempre unisce chi l'ascolta, abbatte muri e barriere. Come vedo che avviene vedendo questo film».
Dopo il debutto a marzo al Sistina Chapiteau di Milano – nel quale Neeley ha passato il testimone al successore Lorenzo Licitra, il cantautore e performer siciliano già vincitore di X-Factor nel 2017 – il musical ha fatto tappa al Teatro Sistina di Roma nella storica versione del regista e produttore Massimo Romeo Piparo che porta in giro per l’Italia e l’Europa questo spettacolo da trent’anni esatti. Sul palco anche la popstar internazionale Anggun (tre dischi di platino con la hit Snow on the Sahara) nel ruolo di Maria Maddalena e i cui lineamenti ricordano l’attrice originale del film, Yvonne Elliman, e Feisal Bonciani nei panni di Giuda che canta il testo più graffiante rivolto a Gesù, accusandolo di aver sbagliato epoca, perché oggi, con i media e i social, sarebbe diventato un grande influencer. Sul palco rotante l’orchestra diretta da Emanuele Friello che spicca nella scatola scenica, quasi a richiamare il film. Il racconto si snoda attorno agli ultimi sette giorni della vita terrena di Gesù con un personaggio grottesco, Erode Antipa, figlio di Erode il Grande, che aveva giurisdizione sulla Galilea, la regione in cui Gesù aveva iniziato la sua “pericolosa” attività di predicatore e fiero avversario di Giovanni Battista fino a giungere alla sua eliminazione.
Che personaggio è Erode?
«Un uomo di potere, molto feroce ma non quanto il padre e quindi, almeno da questo punto di vista, un mezzo “fallimento”. È Pilato, forse con un filo di provocazione e perché non vuole assumersi la responsabilità della condanna, a spedire Gesù da Erode in una tattica dilatoria che infastidisce i due sommi sacerdoti del Sinedrio, Anna e Caifa, che premono per la condanna».
Un Erode molto sopra le righe, quasi un tamarro.
«Per plasmarlo, insieme a Massimo Romeo Piparo ed Emanuele Friello, abbiamo giocato molto sulla cultura hip-hop. D’altra parte, questo personaggio all’interno del musical è un’oasi di riposo per il pubblico, il momento commedia in una tragedia, la baita nella quale ti fermi a bere un bombardino prima della valanga. Ha una funzione specifica di alleggerimento e il fatto di poterlo “condire” nel look con elementi come gli anelli tirapugni, gli occhiali giganti e la cintura con il nome che si rifanno all’hip-hop delle origini, mi ha aiutato molto anche a interpretarlo».
Come si è preparato?
«Studiando il personaggio storico, che non conoscevo, e quello del musical e dei suoi interpreti (nel film del ‘73 era Josh Mostel, ndr). Erode è un viziato e un capriccioso. Bullizza Gesù e lo sfotte. E quando quest’ultimo non reagisce alle sue provocazioni, lui s’infuria. Un personaggio terribilmente grottesco».
Se l’aspettava la chiamata di Piparo per questo ruolo?
«No, sulle prime ho pensato: “Questo è matto. Io sono un rapper, mica un cantante”. Nulla di più lontano dalle mie inclinazioni artistiche. Però mi ha salvato».
In che senso?
«Ero reduce da un bruttissimo periodo di crisi dopo due anni in cui, a causa della pandemia, ero stato costretto a fermarmi come tutti i miei colleghi. Questa chiamata è stata uno spiraglio di luce che mi ha fatto risorgere e sono entrato in un cast veramente straordinario dove tutti mi hanno accolto benissimo e s’è creato un clima di grande amicizia e complicità».
Chi sono gli Erode di oggi?
«Ce ne sono tanti, troppi. Gente inutile, magniloquente, che usa il potere per soddisfare la propria vanità e opprimere i più deboli».
Qualche nome?
«No. Sulle prime pagine dei giornali ce ne sono almeno cinque al giorno. Erode, ieri come oggi, è disposto a fare il male per i propri interessi e guadagnare in prestigio, denaro e potere. È il simbolo del potere che pianifica il male e lo fa continuamente e scientemente, anche, per esempio, distraendo fondi pubblici alla sanità, all'istruzione, per finanziare progetti volti ad alimentare il mantenimento del proprio potere personale e soddisfare alcune lobbies funzionali a questo».
Lei è credente?
«No ma mi definisco un curioso, perché sono affascinato dal cristianesimo che, unica tra le religioni monoteiste, si articola attorno al concetto di amore. Mi affascinano anche le tante strumentalizzazioni che questo messaggio ha subito a causa dei sinedri che si sono alternati nel corso della storia e hanno frainteso, o voluto fraintendere, il messaggio di fratellanza di Gesù in modo da potersi garantire le proprio isole di potere».
Jesus Christ Superstar l’ha fatta riflettere sulla figura di Gesù?
«Il musical mette in scena la commedia dell’umanità perché il Nazareno è un uomo dal primo all’ultimo istante e i vangeli sono il racconto di tutto questo. Non credo che qualcuno abbia veramente trasformato l'acqua in vino o moltiplicato i pani e i pesci però quando si salva un battello di migranti alla deriva nel Mediterraneo cos’altro si compie se non un atto di risurrezione? Il messaggio del cristianesimo è quello di dare forza all'uomo attraverso l’esercizio dell'amore. Cristo, per il mondo, è un problema perché ha detto cose veramente rivoluzionarie come quella di amare il prossimo come noi stessi e non fargli quello che non vorremmo fosse fatto a noi. O quando ha detto “Lasciate che i bambini vengano a me” per dire che l’infanzia va tutelata e difesa. Sono cose faticose, scomode, non ci si guadagna nulla e ci si attirano le ire di molti. Per questo Gesù viene tolto di mezzo. Lui ci mette davanti alla nostra mediocrità e noi siamo tutti dei piccoli Erode che lo vogliamo eliminare perché il suo messaggio continua a dare fastidio».