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Segni per la terra: incroci di eventi

27/05/2021  Per un umanesimo rinnovato e per un’ecologia integrale occorre interpellare politica ed economia, cultura ed educazione, tecnologia e sostenibilità

Talora le contingenze delle nostre vite avvicinano eventi che vengono da percorsi diversi: incroci casuali che a volte però evidenziano significati interessanti. Mi pare che questo valga per due momenti significativi, in cui mi sono trovato coinvolto: come se disegnassero tinte diverse in un quadro unitario. 28 maggio: 17° seminario promosso dal gruppo “Custodia del Creato” della Conferenza episcopale italiana, che vedrà in apertura il saluto del segretario generale della stessa Cei, monsignor Stefano Russo. L’evento merita attenzione, da un lato perché è la prima volta in cui il gruppo si presenta nella sua nuova veste, che vede ora – oltre al coinvolgimento dell’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro della Cei, presente fin dalla fondazione nel 1999 – anche quello dell’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo. Vi sono quindi ora presenti anche alcuni membri delle altre confessioni cristiane, a mettere a fuoco “la cura della casa comune come sfida ecumenica” (è questo anche il titolo dell’intervento di apertura affidatomi). Di particolare significato, però, soprattutto il tema del seminario: Per una vita buona su una terra da risanare: ambiente e salute in tempo di pandemia. Il rapporto tra Covid e degrado ambientale, i problemi legati alla giustizia vaccinale, ma anche le sfide che il mutamento climatico pone alla possibilità di costruire vita buona e futuro per questo pianeta: temi cruciali, affrontati dagli interventi di relatori come il professor Silvio Brusaferro e il padre gesuita Carlo Casalone, ma anche nei materiali video messi a disposizione dei partecipanti. Solo tre giorni dopo – ma senza alcuna relazione – l’evento online di presentazione di un testo importante (in cui sarò con Giulia Nania, Chiara Giaccardi, Giuseppe Notarstefano e Beppe Elia) che si colloca anch’esso nello spazio disegnatosi tra pandemia e futuro della vita. Mi riferisco al documento Oltre il futuro reciso: l’ora di un mondo abitabile, cui hanno collaborato diversi soggetti del Coordinamento di Etica civile. Una parola corale, dunque, che indirizza significativi spunti alla Settimana Sociale che ad ottobre a Taranto rifletterà su Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. Tutto è connesso. In un tempo così ricco di contraddizioni, il testo richiama alla resistenza e alla speranza e disegna cambiamenti possibili, per evitare che davvero il futuro – specie quello di giovani e donne – sia reciso nel nostro Paese fragile. Cambiamenti in cui la transizione ecologica assume evidentemente un ruolo imprescindibile, come condizione di possibilità perché sia possibile continuare a sperare. Per un umanesimo rinnovato e per un’ecologia integrale occorre allora interpellare politica ed economia, cultura ed educazione, tecnologia e sostenibilità. Perché – sottolinea il testo – è ora il tempo di ripartire, ora il tempo di intrecciare passione civile e responsabilità ecologica, ora il tempo di progettare un mondo abitabile.

 
 
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