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martedì 08 ottobre 2024
 
Frate Sole, Sora Terra
 
Credere

Un’eredità comune

22/04/2021  Chi chiama la terra creazione e la riconosce dono di Dio, sa che essa è preziosa e meritevole di cura. Un’inaspettata sintonia tra una studiosa “laica” e papa Francesco

«Oggi, credenti e non credenti sono d’accordo sul fatto che la terra è essenzialmente una eredità comune, i cui frutti devono andare a beneficio di tutti». Questa frase dell’enciclica Laudato si’ mi è balzata alla mente quando ho saputo che il Covid si è preso Elena Pulcini (L’Aquila 1950 - Firenze 2021), filosofa morale, ma anche preziosa interlocutrice di tanti dialoghi sulla cura della terra e sul bene comune. Non appartenente al mondo ecclesiale, ricordo però la sua grande gioia quando aveva letto l’enciclica, in cui aveva trovato una profonda sintonia con il suo volume La cura del mondo. Paura e responsabilità nell’era globale (Bollati Boringhieri, 2009). Assieme ci eravamo, anzi, più volte interrogati sul fatto che in Laudato si’ (ai nn. 144 e 217 e anche – con curvatura diversa – al n. 232) comparisse proprio l’espressione che al suo libro dava il titolo: un caso o invece il frutto di una lettura dei suoi testi da parte di papa Francesco o dei suoi collaboratori? Riprendendo in mano adesso quei passaggi, nel ricordarla, credo che non fosse un caso: il n. 217 sfidava la spiritualità cristiana a coltivare «una passione per la cura del mondo» e proprio alle passioni e al loro valore nel motivarci all’azione responsabile per gli altri è dedicata gran parte della ricerca di Elena Pulcini. Come superare l’individualismo? Come andare al di là di quella perdita di legame che ha caratterizzato tanta parte della modernità, sganciandoci a un tempo dagli altri e dalla terra? Come coltivare passioni vitali che aiutino a ritessere il legame sociale? Con queste domande si misurava la sua ricerca, attenta anche al rapporto tra Bene comune e beni comuni: è anche il titolo del volumetto – edito da Messaggero nel 2015 su iniziativa della Fondazione Lanza di Padova – che raccoglieva i frutti di un dialogo con Pier Davide Guenzi, oggi presidente dei teologi morali italiani. Ma è facile cogliere la sintonia della riflessione di Elena Pulcini anche con l’enciclica Fratelli tutti, dedicata all’amicizia sociale, uscita quasi contemporaneamente al suo recente Tra cura e giustizia. Le passioni come risorsa sociale (Bollati Boringhieri, 2020). In esso Pulcini pone a confronto l’etica della cura con quella della giustizia, non per contrapporle, ma per ricercare le possibilità di interazione feconda in un mondo minacciato. Non era, infatti, la sua una riflessione accademica condotta da una torre d’avorio, ma un pensiero che dialogava con temi concretissimi – mutamento climatico, fondamentalismo, migrazioni... Ci mancherà, mi mancherà: ci resta, da coltivare e approfondire, un’eredità di pensiero raffinato e assieme concreto. Ci resta, soprattutto, da raccogliere la sfida feconda che esso pone a una spiritualità credente: testimoniare che chi chiama la terra creazione, chi la confessa come dono da parte di Dio, sa ancor più che essa è preziosa e meritevole di cura per noi che la abitiamo.

 
 
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