Il cardinale Marcello Semeraro, 74 anni, il 27 agosto 2022 mentre presenta al Papa i profili di due nuovi santi: Giovanni Battista Scalabrini e Artemide Zatti. Foto Osservatore Romano-Vatican News.
Il tema evoca la necessità di dare un supplemento d'anima al cambiamento d’epoca che stiamo vivendo. Dal 3 al 6 ottobre si svolge all'Istituto patristico Augustinianum di Roma, il Convegno "La santità, oggi" promosso dal Dicastero delle cause dei santi.
Dopo l’apertura pomeridiana di lunedì 3 ottobre e la prolusione, la prima giornata, martedì 4 ottobre, si concentra su come rendere sempre più adeguata al sentire dei nostri giorni la definizione dell'eroicità cristiana in senso evangelico. Il tema dell'indomani, mercoledì 5 ottobre, s'interroga sulla relazione fra la fama di santità e i caratteri specifici della nostra epoca spesso definita “infosfera digitale”. Ogni giornata (qui il programma completo) intreccia approfondimenti e comunicazione, unendo interventi e tavole rotonde. Tra gli altri, parlano il teologo monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, il gesuita padre Federico Lombardi, presidente della Fondazione “Ratzinger”, già direttore della Sala stampa della Santa Sede, lo storico Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio, monsignor Dario Viganò, vice cancelliere della Pontificia accademia delle scienze, e Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani. Il Convegno si apre e si conclude con le riflessioni del cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero. Il 6 ottobre è prevista un'udienza con papa Francesco.
«Attraverso l’individuazione di figure esemplari, che superano il vissuto ordinario, richiamare i battezzati a vivere santamente la loro vita di ogni giorno» è questo il fine della santità individuata, accertata e proclamata dalla Chiesa, ha avuto modo di dire il cardinale Marcello Semreraro, presentando il convegno.«La Chiesa ha custodito fin dai primi secoli anzitutto la memoria dei suoi martiri e poi anche dei suoi ‘confessori’, quali veri ‘eroi’ della fede», ha ricordato: «si tratta di comprendere cosa significhi oggi eroicità, specialmente in relazione all’esercizio delle virtù, al martirio e all’offerta della vita», alla luce del Concilio. Come scrive il Papa nella Gaudete et exsultate, «nei processi di beatificazione e canonizzazione si prendono in considerazione i segni di eroicità nell’esercizio delle virtù, il sacrificio della vita nel martirio e anche i casi nei quali si sia verificata un’offerta della propria vita per gli altri, mantenuta fino alla morte. Questa donazione esprime un’imitazione esemplare di Cristo, ed è degna dell’ammirazione dei fedeli».
Per Semeraro, «una definizione dell’eroicità cristiana ha una risonanza tutta particolare nell’attuale contesto culturale, dove tanto spesso il relativo sembra prevalere sul vero e l’instabilità avere la meglio su qualsiasi coraggioso progetto di vita». Di qui l’auspicio che il convegno «segni un momento di riflessione importante sulle Cause di beatificazione e canonizzazione e questo non solo per il lavoro che il Dicastero svolge, ma anche per le ricadute che esso inevitabilmente ha per la coscienza credente del Popolo di Dio».