Diecimila fedeli attesi in piazza, duemila all’interno del Duomo che chiuderà le porte al normale flusso di fedeli e turisti oggi a mezzogiorno, per riaprirle alle 13.30. A quell'ora potranno iniziare ad entrare i partecipanti ai funerali dell'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in programma alle 15 con la Messa esequiale celebrata dall’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini e accompagnata dalla musica d’organo e dai canti della Cappella musicale del Duomo diretta da Massimo Palombella. L’accompagnamento musicale inizierà alle 14.30.
L’accoglienza delle cariche dello Stato e l’arrivo del feretro
Alle 14.45 l’Arciprete del Duomo, monsignor Antonio Borgonovo, accoglie all’interno delle porte laterali le cariche dello Stato. Ultimo ad entrare, alle 14.50, sarà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Tutte le autorità entreranno dall'ingresso sud attraverso piazza Fontana.
Alle 14.55 il feretro di Silvio Berlusconi, dopo aver ricevuto gli onori dal picchetto sulla piazza come previsto dal cerimoniale delle esequie di Stato, preceduto dall’arciprete entra in Duomo e viene adagiato sul tappeto con i piedi rivolti verso l’altare. Alle 15, con la processione di ingresso che parte dalla Sacrestia Aquilonare, inizia la celebrazione eucaristica.
Riti d’introduzione
Dopo il segno di croce, c’è la monizione iniziale dell’arcivescovo: «Invitati a questa celebrazione, memoriale della Pasqua di Cristo, rivolgiamo al nostro fratello Silvio l’estremo saluto della pietà cristiana e dell’affetto. Questo rito consoli il nostro piano e confermi la nostra speranza. Un giorno ci ritroveremo nella casa del Padre poiché l’amore di Cristo, che tutto vince, trasforma la morte in aurora di vita eterna». Subito dopo, come previsto dal Rito ambrosiano, il feretro di Berlusconi viene asperso con l’acqua benedetta e incensato dall’arcivescovo mentre la Cappella intona i canti In paradisum deducant te Angeli e Redemptor meus vivit. Subito dopo, monsignor Delpini prega con l’orazione colletta: «In questa celebrazione, o Dio, noi ti raccomandiamo con cuore filiale e con sicura speranza il nostro fratello defunto Silvio, ti chiediamo di accoglierlo nel tuo regno eterno, dove sono quanti hanno creduto in te e in colui che ci hai mandato, Gesù Cristo, nostro Signore e nostro Dio, che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli».
Le letture scelte per la Messa
La seconda parte della celebrazione è dedicata alla liturgia della Parola. La prima lettura è tratta dal profeta Daniele, capitolo 12, 1-3: «Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno. In quei giorni, io Daniele, piangevo e udii questa parola del Signore: “In quel tempo, sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo. Sarà un tempo di angoscia, come non c’era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro. Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna. I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre».
Il salmo responsoriale è tratto dal Salmo 41-42, L’anima mia ha sete del Dio vivente e viene cantato da un solista della Cappella.
La seconda lettura è tratta dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (5, 1.6-10): «Fratelli, sappiamo che, quando sarà distrutta la nostra dimora terrena, che è come una tenda, riceveremo da Dio un’abitazione, una dimora non costruita da mani d’uomo, eterna, nei cieli. Dunque, sempre pieni di fiducia e sapendo che siamo in esilio lontano dal Signore finché abitiamo nel corpo – camminiamo infatti nella fede e non nella visione –, siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo e abitare presso il Signore. Perciò, sia abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo di essere a lui graditi. Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male».
Il brano evangelico scelto è tratto dal capitolo 6 del Vangelo di Giovanni: «In quel tempo, il Signore Gesù disse alla folla: “Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”».
L’omelia e l’invocazione ai santi
Al termine del Vangelo, l’arcivescovo Delpini pronuncia l’omelia dall’ambone basso dell’altare. Secondo indiscrezioni, sarà un’omelia breve che è stata preparata nei giorni scorsi. Subito dopo, il Rito ambrosiano non prevede la preghiera dei fedeli ma l’invocazione ai Santi con il canto delle litanie che saranno introdotte dall’arcivescovo con questa monizione: «Alla Madre di Dio e a tutti i santi, che partecipano dell’unica grande intercessione di Gesù presso il Padre, affidiamo il nostro fratello Silvio, perché goda per sempre della gioia del Paradiso». Quindi monsignor Delpini con i diaconi scende a inginocchiarsi davanti all’altare mentre un cantore della Cappella musicale intona le litanie.
Al termine, è prevista l’orazione che conclude la liturgia della Parola: «O Dio di misericordia, rivolgi uno sguardo di perdono al nostro fratello Silvio che ci ha lasciato e donagli nella tua dimora la gioia serena della luce senza tramonto. Per Cristo nostro Signore». Segue lo scambio del segno della pace.
La comunione
Inizia così la liturgia eucaristica. Per i riti all’altare, oltre all’arcivescovo che presiede, ci saranno don Giandomenico Colombo, il parroco di Arcore, e don Francesco Pesce, cappellano della Camera dei deputati, che leggono le parti dei due concelebranti della Preghiera eucaristica.
Dopo il canto del Padre Nostro, sarà distribuita la comunione eucaristica anche ai fedeli presenti in piazza Duomo, oltre a quelli in Cattedrale, mentre la Cappella canta Dov’è carità e amore e Sicut cervus. Dopo la Messa non è previsto nessun intervento in Duomo da parte delle autorità o da parte dei familiari di Berlusconi. Eventuali commemorazioni si terranno sul sagrato come accadde nel 2009 per i funerali di Mike Bongiorno.
Il Silenzio e i riti conclusivi
I riti di conclusione si svolgono in questo modo: l’arcivescovo prega l’orazione dopo la Comunione: «Nutrìti da questo Pane di vita immortale, ti imploriamo, o Dio, per il nostro fratello Silvio che nel battesimo hai reso partecipe della nuova alleanza; purificato dalla grazia di questo mistero, fa’ che abbia felicità eterna nella pace di Cristo, che vive e regna nei secoli dei secoli». E poi, subito dopo, la monizione finale: «Abbiamo salutato nel Signore il nostro fratello Silvio che ora accompagniamo al luogo della sepoltura. La misericordia di Dio, che noi continueremo a invocare, lo accolga benignamente e doni consolazione e speranza a quanti gli hanno voluto bene».
Dopo il suono del silenzio, l’arcivescovo imparte la benedizione e insieme agli altri concelebranti in processione fa ritorno in sacrestia mentre viene intonato il canto del Salve Regina. Poi l’arcivescovo si ferma a salutare le autorità presenti prima di rientrare in sacrestia. Il feretro di Berlusconi viene accompagnato da un Canonico del Duomo fino al sagrato dove ci sarà la preghiera prevista dal rituale dei defunti e l’aspersione con l'acqua benedetta.