Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
lunedì 10 febbraio 2025
 
SINDACATO
 

Furlan: perché la Cisl non aderisce

05/11/2014  Parla il nuovo segretario generale della Cisl. La proposta di un patto sul lavoro tra Governo e sindacati

«La avverto che se si sveglia la mia nipotina di un anno, che sta dormendo di là, dobbiamo interrompere: se comincia a strillare comanda lei, non ci sono Jobs act, articoli 18 o sindacati che ci tutelino». In uno dei rari momenti di pausa, Annamaria Furlan, neosegretario della Cisl, secondo sindacato dopo la Cgil con quattro milioni e mezzo di iscritti, ne approfitta per tornare nella sua Genova ed esercitare il suo “mestiere” di nonna. «Come tutti i nonni anche io aiuto mio figlio e mia nuora. Sulle politiche familiari in Italia siamo ancora in alto mare: il bonus bebè non è sbagliato, ma non basta. Bisogna andare oltre certi spot del Governo. La politica familiare è complessa: riguarda l’infanzia, gli anziani, tutta la rete che assiste il nucleo familiare e che si tiene insieme. Per questo la coesione sociale è fondamentale. Non abbiamo bisogno di leggi che mettano giovani contro anziani». La Cisl aderisce allo sciopero generale indetto dalla Cgil?
«La Cisl non proclama né aderisce a scioperi generali. Non ci piacciono le fabbriche occupate ma le fabbriche piene di occupati. La risposta deve essere creare politiche vere di occupazione, far ripartire i cantieri, le infrastrutture pubbliche e private, gli investimenti su ricerca e innovazione».
Parla di politiche vere. Quelle messe in atto dal Governo sono false?
«Di certo non sono sufficienti. Nella nuova Legge di stabilità ci sono certamente cose positive, come le agevolazioni contributive e fiscali per i nuovi assunti e il taglio dell’Irap per le imprese, così come la conferma degli 80 euro mensili per i redditi sotto i 1.500 euro. Altre non vanno bene. Il Tfr in busta paga produce un aumento del prelievo fiscale. E così il lavoratore che vi ricorre perché ha più bisogno si ritrova a pagare più tasse. La tassazione sui fondi pensione rischia di mettere una pietra tombale sui fondi integrativi. Molti giovani avranno un futuro di anziani poveri se non ricorreranno a una pensione integrativa e il Governo tassa proprio quelle. E non dimentichiamo la vessazione dei patronati».
Che tipo di vessazione?
«Con il taglio di 150 milioni al Fondo patronati, che tra l’altro è pagato dai lavoratori e dalle imprese, molte persone perderanno il proprio posto di lavoro e tanta gente dovrà rivolgersi a commercialisti, avvocati e consulenti del lavoro per accedere ai servizi, che erano gratuiti. Se lo Stato dovesse sostituirsi ai patronati dovrebbe stanziare 800 milioni di euro. Senza dimenticare che nella legge non c’è nulla per i lavoratori dipendenti e per i pensionati».
Viene in mente una critica ricorrente: che il sindacato continui a difendere solo pensionati e lavoratori col posto fisso a scapito dei giovani, senza mai combattere il precariato...
«La Cisl vuole rappresentare tutto il mondo del lavoro, a cominciare dai giovani. Ho fatto riferimento agli incentivi per i giovani: su questo siamo disposti a collaborare con il Governo. Nel Jobs act ci sono cose positive, come il contratto a tutele crescenti. Il problema è capire se ci sono le risorse».
È favorevole all’abrogazione dell’articolo 18?
«Noi siamo disponibili a discutere di una sospensione per tre anni per i neoassunti dell’articolo 18 a condizione che vengano assorbite e cancellate definitivamente tutte le forme di precarietà come le false partite Iva, i Co.co.co della pubblica amministrazione, i Co.co.pro e gli associati in partecipazione. Ma sia chiaro: il reintegro per i licenziamenti discriminatori o disciplinari non va toccato perché è una garanzia contro gli abusi».
Renzi dovrebbe discutere le leggi sul lavoro con i sindacati?
«Ci mancherebbe altro che non lo facesse».
Eppure Renzi ha dichiarato che il Governo non contratta le leggi con i sindacati...
«Il dialogo sociale è un elemento fondante dell’Europa. Non possiamo immaginare che sul lavoro qualcuno abbia la presunzione di fare tutto da solo. Il Paese ha un bisogno urgente di un patto sociale. È inconcepibile non pensare alla concertazione e al confronto su temi come occupazione, sviluppo, regole del mercato del lavoro».
Il premier sostiene che sul lavoro il suo interlocutore è il Parlamento...
«Se si ostinerà a non dare risposte faremo ciò che abbiamo già fatto in passato. Andremo in Parlamento e ci confronteremo con tutti i gruppi parlamentari per esporre le nostre ragioni».
Che effetto le fanno gli scontri tra polizia e operai nelle piazze d’Italia?
«Un gran brutto effetto. Non c’è alcun bisogno di adoperare la violenza con gli operai. Una cosa mai vista. Si tratta di gente pacifica, che teme solo di perdere il posto di lavoro».
Un giudizio sul premier Renzi?
«Mi piace la sua voglia di cambiamento. Non il fatto che tenti di fare tutto da solo. Si esce dalla crisi tutti insieme: non c’è nessuno in Europa che possieda la bacchetta magica».

Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
I vostri commenti
12

Stai visualizzando  dei 12 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo