Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
mercoledì 25 giugno 2025
 
 

Gagliano, il maestro dell'evasione con permesso premio

19/12/2013  Pluriomicida e "professionista" delle fughe: per sei volte Bartolomeo Gagliano è riuscito a far perdere le sue tracce. Eppure, riceveva permessi premio e il direttore del carcere di Marassi, dov'era detenuto, ha detto che lo conosceva solo come rapinatore

D’accordo, si è trattato di un errore. E speriamo davvero che il caso del serial killer Bartolomeo Gagliano, evaso dal carcere di Genova e ricercato in tutta Italia, non diventi ora l’arma contro le politiche positive sul carcere: dal braccialetto elettronico agli sconti di pena alla possibilità, per i detenuti, di lavorare e rendersi utili.

Ma la vicenda del “mostro di San Valentino” è grottesca, oltre che tremendamente seria. Per almeno tre motivi: è mai possibile che un istituto di pena non conosca la storia criminale di un suo detenuto e venga addirittura proposto per dargli un permesso premio? «Per noi», ha spiegato il direttore del carcere di Marassi Salvatore Mazzeo, «era solo un rapinatore. Non sapevamo i dettagli di tutto quel che ha fatto. Gagliano è venuto qui dall’ospedale psichiatrico giudiziario, l’avevamo giudicato totalmente infermo di mente e perciò, sulla sua scheda, è normale che nulla risulti a proposito degli omicidi commessi».
Domanda numero due: come mai a un detenuto che è scappato più volte dal carcere non vengono applicate misure più stringenti di sicurezza?
Terzo: la colpa è del giudice di sorveglianza che non ha valutato, come impone la legge, il fascicolo di Gagliano o, magari, questo fascicolo era sconosciuto allo stesso magistrato?

Il buonsenso avrebbe suggerito di essere più accorti e agire diversamente: «Si tratta», ha detto il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, «di un episodio gravissimo che richiede un accertamento molto rigoroso. Faremo chiarezza e individueremo eventuali responsabilità».

Gagliano, giusto per farsi un'idea sul personaggio, a 22 anni commise il primo omicidio, fracassando la testa di una prostituta trentenne con un grosso sasso a Celle Ligure. La donna aveva minacciato di rivelare la loro relazione alla fidanzata ufficiale di lui, proprio nell'imminenza delle nozze.
Dichiarato incapace di intendere e volere fu “condannato” a 10 anni da scontare in manicomio giudiziario. Nel 1989 fuggì dal carcere e uccise altre due persone. Riarrestato e ancora condannato, riuscì ancora una volta a scappare dal manicomio criminale. Dopo gli omicidi, Gagliano si è dedicato a rapine, estorsioni, spaccio di cocaina e pure un sequestro di persona. In tutto è fuggito sei volte. E godeva dei permessi premio…      

WhatsApp logo
Segui il nostro canale WhatsApp
Notizie di valore, nessuno spam.
ISCRIVITI
Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo