Vuole le riforme, perché la gente è stanca si slogan vuoti e false promesse. Il segreatrio generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, si dice «più che preoccupato quando i temi decisivi vengono posti
sul piano dello scontro», come sta accadendo sull'articolo 18. «Quando ciò avviene ci sono morti da una parte e dall'altra. Lo scontro è una categoria sterile, che non porta a nulla, oppure a soluzioni a metà che non risolvono il problema del lavoro, che invece è drammatico». Il segretario della Cei non vuole dare giudizi su Matteo Renzi: «tra Marchionne da una parte e il direttore del Corriere della sera dall'altro i vescovi non sono interessati a dare un giudizio sulla persona di Matteo Renzi. Noi diciamo solo
che la nostra impressione è che ci sia da ridisegnare l'agenda
politica mettendo come priorità la famiglia, il lavoro, i
giovani e i temi della formazione e della scuola. Non annunciandoli, ma affrontandoli veramente». E sulla scuola aggiunge: «Parlo di scuola pubblica, perché in Italia abbiamo una sola scuola, statale e non statale, ma ugualmente pubblica. Quando non ci sono risorse le si tagliano alla scuola e alla formazione. Ma così il Paese non va da nessuna parte. Allora dico basta con i conservatorismi, sia da parte sindacale, che politica. Entrambe le parti sembrano più preoccupate di mettere bandiere che di risolvere i problemi della gente. Che intanto diventano gravi. La ricerca di lavoro, la precarietà è un dramma, lo sento tutti i giorni dai giovani che vengono a parlarmi. Bisogna fare presto, bisogna essere concreti».