«Siamo tutti abituati a vedere nel Mediterraneo un luogo di crisi, ma lì ci sono anche tante speranze che aspettano di essere accolte e promosse». Monsignor Nunzio Galantino, segretario della Cei, a margine della Conferenza stampa di presentazione dei lavori del Consiglio permanente torna sull’idea lanciata dal Cardinale Bassetti di promuovere «come Conferenza Episcopale Italiana un "incontro di riflessione e di spiritualità per la pace nel Mediterraneo", coinvolgendo i Vescovi cattolici di rito latino e orientale dei Paesi che si affacciano sulle sponde del Mediterraneo».
«L’idea del presidente ha, secondo me, una straordinaria valenza», spiega monsignor Galantino, «perché la Chiesa si assume un ruolo importante: quello di collaborare a trasformare il Mediterraneo da luogo di crisi a luogo di incontro e di progettualità con tutti i Paesi che vi si affacciano. Da luogo di morte quello che Giorgio La Pira chiamava “il grande lago di Tiberiade”, che accomuna “la triplice famiglia di Abramo”, deve diventare luogo di vita nel quale maturano proposte. Proposte legate anche a tutti questi cambiamenti culturali e politici ai quali stiamo assistendo dove le chiusure e le alleanze di piccolo cabotaggio riescono solo a fare l’interesse di qualcuno, ma non quello di tutti».
Il segretario della Cei ricorda che, a partire dalla valorizzazione di alcuni luoghi a forte valenza simbolica come la Terra Santa si vorrebbe «far incontrare culture e popoli, stimolando anche l’Europa a sentire maggiormente la realtà del Mare Nostrum». Occorre favorire «la conoscenza diretta, condizione che consente una lettura profonda delle situazioni, la difesa delle comunità cristiane perseguitate, la promozione del bene della pace e la tutela della dignità umana». SI tratta di un «progetto di Chiese, di coscientizzazione delle grandi potenzialità che esistono nel Mediterraneo. Non ci sono soltanto cadaveri e navi che affondano», conclude monsignor Galantino, «ci sono anche speranze che chiedono a qualcuno di assumerle in proprio e di saperle sviluppare».