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giovedì 05 dicembre 2024
 
 

Galliani lascia il Milan. E segna tre punti in classifica

29/11/2013  Il gesto dell'ad rossonero rivela che vince la famiglia sulla professionalità: ecco tre motivi per solidarizzare con lui.

Tempo di terremoti a Belusconilandia e dintorni: come trascinato da un’onda sismica con epicentro Arcore, nei paraggi di Milanello decade anche Adriano Galliani. Con voto pubblico: sconfessato di recente dalla figlia del padrone, Barbara, che ha chiesto "un cambio di rotta", il mitico Adriano, conducador di tante vittorie,  ha deciso di mollare. Si tratta la buonuscita (milionaria). E, dopo l’Ajax, strade divise tra lui e il Milan. Fine di un’era anche per chi rossonero non è mai stato. E conferma che davvero questo mondo, intendiamo i 20 anni che ci stiamo lasciando alle spalle, non ha più certezze.

Tuttavia, anche a chi Galliani non stava simpatico per fede sportiva o gusto estetico (raccapricciante la sua esultanza per i gol rossoneri), viene istintivo schierarsi. Pro Adriano. Per i seguenti motivi:

1)      La vicenda riafferma la dura legge del soldo. Ovvero: in una società di calcio comanda chi ha i soldi, non chi è bravo a gestirli. Nel caso di specie, non chi vince, ma chi ha cognome Berlusconi. E hai voglia a dire: i bilanci sono in ordine. Adriano ha vinto, ma passa la mano. Voto 8 all’onore (e alle coppe in vetrina).    

2)    Nella galassia Berlusconi alla fine vince la famiglia. In politica e non. I sottosegretari lasciano non nelle mani del premier ma del leader, confondendo così il partito con il clan. In base a una logica di sangue: chi non è con me è contro di me. Naturale che sia così anche nella diramazione calcio. Il sangue vince. E quello di Barbara è più rossonero di quello di Adriano. Voto 8 ad Adriano perché ha sangue rosso come i comuni mortali.

3)  A tutto questo Galliani ha risposto con stile. Ha affermato che Silvio resterà sempre il suo presidente (modo elegante per dire a Barbara  che non lo sarà mai); che il Milan resta e i dirigenti passano (dedicato alla  curva); che non avrebbe senso lasciare ora prima di una partita  importante come l’Ajax (professionale fino all’ultimo). Tutto vero, giusto, raffinatamente perfido: voto 8 all’elegante velenosità.

Conclusione: caro Galliani, chapeau. Contenga l’ira e alzi il prezzo d’uscita. D’accordo l’amore non ha prezzo, ma visto che di passione vera si trattava e di dolorso divorzio si discute, si faccia  valere. Resti un professionista. Si faccia pagare bene. Anche Berlusconi tiene famiglia. E forse “non è tempo per noi”come canta Ligabue. Ops, ci scusi: quello è un interista. 

 
 
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