Ma perché vengono tutti in vacanza a
Gallipoli? «Perché è la città più bella
del mondo», risponde sornione il
sindaco Stefano Minerva. E pure i
problemi, va da sé, svaniscono in fretta
nella narrazione di questo giovane
politico del Pd con la passione per la
poesia che a giugno ha conquistato il
Comune e che per i suoi assessori ha scelto deleghe
dai nomi evocativi: creatività, bellezza, futuro, felicità.
«Io mi sono tenuto la delega al sorriso, ossia alla
cultura, quella che fa migliorare le persone».
Benvenuti a Gallipoli, città levantina di traffici e
di piaceri dove tutto è esuberante e sopra le righe, a
cominciare dai flussi turistici. «Frivola e santa, gaia e
austera», per dirla con i versi di una vecchia poesia locale.
Se agli albori della Seconda Repubblica, quando
andava forte nelle cronache politiche grazie al “patto
delle ostriche” siglato nell’agosto 1994 tra D’Alema e
Buttiglione per scalzare Berlusconi dal Governo, i turisti d’estate arrivavano sì e no a centomila presenze,
adesso siamo a due milioni da giugno a settembre con il
picco attorno a Ferragosto. Una prova niente male per una
città che d’inverno fa ventiduemila abitanti.
Il sindaco Stefano Minerva: le ragioni del successo di Gallipoli
L’anno scorso, per dare l’idea, solo a luglio e agosto furono
prelevati 54 milioni di euro dagli sportelli dei bancomat
cittadini davanti ai quali si formano code lunghissime. «Anche
quest’anno c’è il tutto esaurito», gongola Minerva, «e sa
qual è il segreto? Gallipoli, oltre che bella, è anche ecumenica,
offre tutto a tutti: ai giovani il divertimento della movida,
alle famiglie la bellezza del mare e
la tranquillità delle spiagge, ai turisti
le bellezze culturali e il buon
cibo». E ai residenti di Baia Verde
e Lido San Giovanni, i quartieri
del cosiddetto “chilometro d’oro”
vicini ai lidi più caldi della movida,
traffico, musica ad alto volume
fino all’alba e tanta monnezza (la
produzione complessiva di rifiuti
ad agosto 2015 in città è stata di 2
milioni 738 mila chilogrammi).
«La movida selvaggia è un’invenzione
di tutti coloro che sono
invidiosi del nostro successo»,
taglia corto il sindaco. «E poi
quest’anno è tutto nella norma e
il regolamento viene rispettato:
musica in filodiffusione fino alle
due del mattino, solo dieci serate dove si può ballare no
alle quattro e cinquanta agenti in più, tra Polizia, Carabinieri
e Guardia di finanza, mandati dal ministro Alfano per potenziare
i controlli».
Le ombre su Gallipoli: infrastrutture insufficienti e affitti in nero
Il bilancio di Mauro Della Valle di Federbalneari
Salento registra qualche ombra in più: «Diciamo
che siamo usciti dall’emergenza». «Abbiamo aperto un
tavolo tecnico permanente con il prefetto di Lecce Claudio
Palomba, il Comune e i gestori dei lidi», spiega, «quest’anno
c’è un 20 per cento in più di presenze rispetto al 2015». Un
esempio? «Una volta entrati nelle discoteche, i ragazzi non
possono più uscire come gli anni scorsi a prendere gli alcolici
comprati di giorno al supermercato. Adesso per rientrare
a ballare devono pagare di nuovo il biglietto». Tutto risolto,
dunque? «No», dice Della Valle, «per esempio manca un servizio
di trasporto pubblico efficiente per portare in giro i turisti
che arrivano in massa. E poi la zona di Baia Verde va illuminata
meglio».
Antonio Della Rocca, cronista del Corriere del Mezzogiorno che abita qui, ha fatto due conti: «I ragazzi
utilizzano la bicicletta per muoversi perché non hanno la
patente. D’estate ci sono dalle seimila alle diecimila bici e
nessuna pista ciclabile».
Poi c’è lo scandalo degli affitti in nero. I blitz della Finanza,
come quello di qualche giorno fa, svelano case a Baia
Verde di 50 metri quadrati con dieci persone o, l’anno scorso,
un locale di 18 metri accatastato come magazzino e deposito
e afifttato a una giovane coppia di turisti con un bimbo di
cinque anni dove nell’angolo cottura c’era una bombola di
Gpl. Secondo Giuseppe Coppola,
responsabile Turismo di Conndustria
Lecce, «i posti letto in nero
sono oltre 32 mila. Dividendo
questo dato per una media di sei
persone ad appartamento, otteniamo
un totale di oltre 5.300 alloggi.
Questo spiega in parte i due
milioni di presenze rilevate dalla
Prefettura, contro le circa 500 mila
ufficiali di tutto l’anno 2015».
A spasso per Gallipoli, tra famiglie e discoteche
Girovagando la sera tra i tavolini
del centro storico o facendo
una puntatina sulla strada che dal
parco Gondar (dove l’evento clou
di quest’anno è l’arrivo di David
Guetta, il deejay più popolare del
momento) va fino agli stabilimenti
e alle discoteche di grido,
il Samsara, lo Zen, il Praja che con quei palmizi al centro fa
tanto Ushuaia di Ibiza, si scopre che a Gallipoli, in fondo, tutto
si tiene. La movida un po’ sbracata e le famigliole che passeggiano
facendo shopping su corso Roma, i ragazzini di 15-
16 anni che arrivano con valigioni enormi e trecento euro in
tasca che dalle cinque del pomeriggio in riva al mare ballano
(e si sballano) col mojito in mano e l’asta da selfie e gli amanti
del mare tranquillo che puntano al Canneto o alla Purità,
le splendide spiagge sotto i bastioni del centro storico.
Nel Salento che con le sue 50 discoteche (erano otto nel
2000) ha superato di gran carriera la Riviera romagnola
ferma a 42, Gallipoli gioca ormai da capitale. Camaleontica,
surreale, a tratti eccessiva. Quest’anno si è aggiudicata
pure la bandiera verde dei pediatri italiani per le sue
spiagge a misura di bambino. A patto, s’intende, di andare
oltre i lidi più chiassosi dove la musica psichedelica arriva
molto ovattata.