Neppure
la parrocchia di Gaza è stata risparmiata dalle bombe. Distrutta la
casa
delle suore, danneggiata la scuola e alcuni locali della parrocchia
cattolica dedicata alla Sacra Famiglia. Questo il bilancio del
bombardamento effettuato dalle forze israeliane martedì mattina nel
quartiere di Zeitun. «Tutta
la zona è devastata da continui bombardamenti senza sosta, è stata
una notte di terrore. Basta con questo orrore», si è sfogato al
telefono il parroco di Gaza, padre Jorge Hernandez, in un colloquio
con padre Mario Cornioli che risiede a Gerusalemme.
Lunedì sera
Padre Jorge aveva ricevuto l’avviso di sgombrare la chiesa e la
parrocchia, dopo l’annuncio che il quartiere di al-Zeitun, il
quartiere orientale della città dove si trova anche la parrocchia
ortodossa, sarebbe stato colpito.
Un'evacuazione
difficile, praticamente impossibile, per il parroco e soprattutto per
le tre suore di Madre Teresa che si prendono cura di 29 bambini
handicappati e nove anziane inferme.
«Questa
guerra assurda», ha raccontato padre Hernandez all'agenzia Fides,
«continua a andare avanti. Dopo aver distrutto il quartiere di
Shujayeh, ora prendono di mira quello di Zeitun. Tutto capita attorno
a noi. I miliziani di Hamas continuano a lanciare missili e poi si
nascondono nei vicoli. E noi non possiamo fare assolutamente niente.
Non possiamo evacuare, con i bambini è impossibile. Le loro famiglie
vivono qui intorno. E può essere più pericoloso uscire che rimanere
qui. Cerchiamo di stare nei luoghi più sicuri, sempre al piano
terra».
«È
una spirale assurda: ambedue le parti», dichiara sempre all'agenzia
Fides il Vescovo William Shomali, vicario patriarcale del Patriarcato
di Gerusalemme dei Latini,«devono ascoltare la voce della ragione,
fermare questo massacro e andare a un vero negoziato son l'intenzione
reale di affrontare e risolvere i problemi. Altrimenti tutta questa
violenza continuerà a ripetersi ciclicamente, le stesse cause
continueranno a produrre gli stessi effetti».
Già
ieri mattina la comunità cristiana di Gaza era stata sconvolta dalla
morte di due anziane, causata dalle difficile condizioni in cui erano
costrette a vivere, dopo il loro trasferimento nella chiesa, e dalla
tragica notizia di
un missile che ha colpito la casa della famiglia di Jalila Farah Aiad
Um Jerjis, riducendola in macerie.
La
famiglia era composta
dal
padre, George Aiad Kamal, dalla madre e da due bambini piccoli, Anton
e Jerjis. Jalila è morta carbonizzata. Il marito è stato
leggermente ferito. Il figlio maggiore, Jerjis, è in coma profondo.
Ha subito l’amputazione delle gambe e di una mano e ha ustioni
profonde sul viso e sul petto. Anton, il figlio più giovane, non era
in casa quando è successo, ma a messa nella chiesa.
«Questo
fa capire – ha
scritto padre Jorge -
che i missili non mostrano in realtà favoritismi, appena cadono
uccidono; e in secondo luogo, che non vi è alcun luogo sicuro in
tutta la fascia. Questi sono fatti, non parole. Oggi il Santo Padre
ha pregato per il cessate il fuoco e la pace richiedendo la
responsabilità di garantire la pace. Beh, dalle nostre sofferenze
qui a Gaza e in comunione con papa Francesco, esigiamo lo stop
immediato del fuoco per fermare questo massacro. Nessuna di queste
persone che sono morte oggi erano terroristi»