Le hanno separate, finalmente, con un intervento chirurgico eccezionale durato oltre 10 ore e che ha impegnato cinque equipe per un totale di 40 sanitari, diretti del prof. Alessandro Inserra. Le gemelline siamesi algerine di 17 mesi operate al Bambino Gesù stanno bene. La preparazione dell’operazione è durata quasi un anno e i medici si sono allenati all’intervento su modelli stampati in 3D. E’ il secondo caso di operazione di gemelli siamesi nella storia dell’ospedale pediatrico del Papa. L’altro è stato effettuato 30 anni fa. Dell’equipe medica ha fatto parte anche un architetto Luca Borro, 31 anni di Velletri, ricercatore in percorsi clinici e innovazione del Bambino Gesù. E lui che ha realizzato modelli in 3D di ultima generazione per replicare gli organi, le dimensioni e la rete vascolare delle bimbe, per poter studiare in ogni minimo dettaglio la fisiologia delle bimbe, arrivare più preparati in sala operatoria e poter limitare i rischi.
I modelli sono stati realizzati insieme al radiologo Aurelio Secinaro. Le gemelle, Rayenne e Gjihene, sono nate il 10 maggio 2016 in Algeria e i medici non avevano dato loro alcuna speranza di vita. Ma mamma e papà non si sono arresi convinti che qualcuno al mondo doveva pur esserci in grado di salvarle. Hanno lanciato un appello di Facebook. Si è fatta avanti un’associazione francese, Halal Verif, che ha preso in carico le spese di viaggio e di alloggio della famiglia. Nel giro di 6 mesi bambine e genitori hanno potuto lasciare la loro città di origine, Oum El Bouaghi, nel nord-est dell’Algeria, e trasferirsi in Italia, a Roma, per permettere alle gemelle di essere curate al Bambino Gesù. Nelle prossime settimane un’altra coppia di gemelle siamesi verranno separate dai medici del bambino Gesù. Vengono dal Burundi e anche in questo caso i sanitari locali non aveva dato alcuna speranza di vita. La nascita di una coppia di gemelli siamesi è legata alla divisione tardiva dell’embrione a 12-14 giorni di età gestazionale, ma le cause di questo ritardo non sono ancora state scientificamente accertate.
E’ un evento abbastanza raro: in letteratura si conta 1 caso ogni 100 mila nati vivi. Ma il dato si riferisce solo ai Paesi ricchi. Per molti altri Paesi, come quelli dell’Africa, non ci sono statistiche attendibili. Vi sono varie tipologie di gemelli congiunti. In generale a causa della gravità della malformazione il 75 per cento non sopravvive. I genitori musulmani delle due piccole hanno ringraziato papa Francesco. La mamma Amina ha aggiunto: “Lasciano a Dio fare tutto il resto. Dio è comunque uno. Non esiste una questione di religione. Quando si parla di umanità non c’è differenza tre le religioni”. Le gemelline algerine sono tra i pazienti assistiti gratuitamente dall’ospedale del Papa, che già quest’anno sono stati più di cento, un numero raddoppiato rispetto al 2016. La presidente del Bambino Gesù Mariella Enoc, ha spiegato che “ci piace pensare al Bambino Gesù come all’ospedale dei bambini del mondo. Da alcuni anni ormai siamo impegnati a condividere la capacità di cura con i Paesi che hanno più bisogno di affiancamento e solidarietà e sono sempre di più quelli che chiedono interventi di assistenza e formazione del personale”.