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domenica 06 ottobre 2024
 
Galateo per cellulari
 

«Genitori, non esageriamo con i gruppi di WhatsApp»

18/08/2020 

Vorrei approfittare delle vostre pagine per invitare i genitori, le mamme in particolare, a non esagerare con le comunicazioni e soprattutto i gruppi di WhatsApp. La scorsa settimana c’è stato un gran trambusto nella classe di mio figlio di 11 anni perché una madre ha fatto un commento su un’altra in un gruppo di tutta la classe, pensando di essere nel “sottogruppo” di genitori scelti… Come spesso succede, il tentativo di riparazione è stato ancora peggio, provocando una serie di malintesi a catena che, per fortuna, non hanno coinvolto i ragazzi. Loro avevano già risolto la questione (divisione in gruppi per fare un lavoro durante le vacanze) senza tanti problemi. Forse adesso che la chiusura in casa non è più così rigida converrebbe tornare a forme di comunicazione più semplici e divisioni in gruppi meno rigide…

NELLO

Cara Nello, capisco bene perché qualcosa di simile è successo anche nel mio condominio: qualcuno ha giudicato in modo non del tutto piacevole l’operato dell’amministratore pensando di trovarsi nel gruppo dei soli inquilini e scrivendo al contrario su quello in cui il poveretto era compreso! Ho notato anch’io come la chiusura in casa abbia acuito il ricorso alla comunicazione via WhatsApp e altre applicazioni di computer e telefoni con la creazione di gruppi di tutti i tipi, oltre ai più diffusi riservati alla famiglia e agli amici stretti. Ma come figlia di una mamma di 93 anni, che grazie a questi strumenti ha potuto mantenere contatti con figli e nipoti, rimanendo chiusa in casa da sola per settimane, e mamma di un figlio costretto in ospedale per un mese, non posso che ringraziare che esistano. Certamente il rischio di malintesi e disattenzioni c’è, come ad esempio scoprire anzitempo che cosa altri stanno pensando per farti un regalo… ma, fuor di battuta, direi di ri‰ettere almeno su due aspetti. Il primo riguarda la tendenza un po’ adolescenziale di certi genitori di scrivere, senza freni e una necessaria dose di buon gusto (se non di buona educazione) quel che un tempo si sarebbe detto, magari con una battuta, al bar con gli amici. Il secondo aspetto è il ricorso eccessivo ai tentativi per sbrogliare in prima persona le questioni, scolastiche e non, dei ragazzi, motivato forse dal solito malsano desiderio di tenere sotto controllo tutto. Che talvolta impedisce proprio di accorgersi di quel che è più importante: meglio impegnarsi ad aiutare il figlio di 11 ad arrangiarsi da solo.

 
 
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