Domenica 26 settembre finisce l’era Merkel. A 67 anni la Cancelliera ha scelto di farsi da parte e gli elettori tedeschi dovranno scegliere chi sarà il suo successore. È un passaggio epocale per la Germania, dal momento che Angela Merkel è stata Cancelliera per ben 16 anni di fila, dal 22 novembre 2005. Ma il ruolo di Merkel sulla scena europea e mondiale è stato così importante e decisivo che l’appuntamento elettorale di domenica viene seguito con interesse e apprensione in tutto il mondo. E come se, con l’uscita di scena della Merkel, la politica internazionale perdesse un suo centro di gravità permanente. Un dato è significativo: durante il mandato di Angela Merkel, negli altri 18 Paesi del G20 (esclusa l’Unione Europea) si sono alternati più di 70 capi di governo.
In tanti anni al potere Angela Merkel non si è scelta un delfino o una delfina. Nessuno, all’interno del partito cristiano democratico tedesco, può dire di aver ricevuto l’investitura dalla Cancelliera uscente. Anzi, la lotta per la scelta del candidato dell’unione CDU/CSU (cristiano democratici e cristiano sociali della Baviera) è stata molto combattuta. Alla fine l’ha spuntata Armin Laschet, 60 anni, presidente della Renania Palatinato-Vestfalia. Cattolico, tre figli, ex parlamentare, Laschet non ha l’apparenza di un leader carismatico e nei dibattiti televisivi prima del voto è sempre apparso in affanno. Chi sembra piacere più di tutti agli lettori tedeschi è invece Olaf Scholz, 63 anni, vice cancelliere ministro delle finanze, politico esperto, candidato della SPD, il partito socialdemocratico. Tranquillo e rassicurante, magari anche un po’ noioso (in questo simile alla Merkel), Scholz è riuscito a dare ossigeno alla SPD, un partito che sembrava precipitato in una crisi senza rimedio. Invece ora i socialdemocratici, secondo i sondaggi, vengono dati attorno al 25 per centro, tre o quattro punti avanti rispetto alla CDU/CSU. Sempre secondo i sondaggi della vigilia, il terzo partito più votato dai tedeschi dovrebbero essere i Verdi, che puntano alla Cancelleria con Annalena Baerbock, quarantenne di Hannover, deputata al Bundestag dal 2013. Scelta come candidata a giugno, Baerbock sembrava addirittura favorita per la Cancelleria da alcuni sondaggi, poi le sue ambizioni di sono decisamente ridimensionate.
Lo scenario più probabile per il dopo elezioni è la nascita di un governo di coalizione formato da cristiano democratici e socialdemocratici, con i Verdi a fare da ago della bilancia. Non sarebbe una novità. Secondo la tradizione tedesca le possibili coalizioni dei governo vengono definite con i colori che rappresentano i partiti (nero per la CDU/CSU, rosso per la SPD, verde per i Verdi, giallo per i Liberali). Così si ipotizza una colazione “Kenia” (cioè con i colori della bandiera keniana: rosso, nero, verde), oppure “Germania” (SPD, CDU/CSU, Liberai), magari “semaforo” (SPD, Verdi, Liberali) o addirittura “Giamaica” (CDU/CSU, Verdi, Liberali).
I tempi per la formazione del nuovo governo federale tedesco potrebbero essere molto lunghi. La formazione del quarto governo Merkel attualmente in carica richiese mesi di trattative. Gli elettori andarono a votare il 24 settembre 2017 e il nuovo governo giurò il 14 marzo dell’anno successivo. Questo significa che Angela Merkel potrebbe restare sulla scena ancora per alcuni mesi.