Sono impressionanti le immagini che giungono dalla Germania dopo le torrenziali piogge che hanno sconvolto la parte nord-occidentale del paese a ridosso del Belgio, pure esso colpito pesantemente. Le zone intorno alla Ruhr in Renania-Palatinato e quella del Nord Reno-Westfalia risultano le più colpite. Fiumi esondati, macchine e mezzi trascinati via dalla corrente, strade sbarrate dai detriti, case allagate, elicotteri e mezzi anfibi della Feuerwehr (i pompieri tedeschi) che traggono in salvo molti cittadini rifugiatisi nei piani alti e sui tetti delle abitazioni. Le cifre in termini di perdite umane ed economiche della bomba d’acqua che si è scatenata il 15 luglio sono ancora da decifrare in entrambi i paesi. Ci vorrà del tempo per venirne a capo.
Ora è il tempo dei soccorsi. A Erftstadt-Blessem, a sud di Colonia, le case sono state spazzate via come un fuscello dal fiume di acqua che ha invaso la cittadina e alcune sono crollate. Diverse persone risultano disperse. «Le chiamate di emergenza non si contano – riferisce la Protezione civile di Colonia – ma il salvataggio spesso non è possibile. I nostri uomini sono sul posto». Al momento in Germania i morti accertati sono oltre 150, fra cui alcune persone con disabilità che non si è fatto in tempo a mettere in salvo, mentre oltre un migliaio sarebbero i dispersi. Si spera che per molti di questi si tratti solo di una temporanea interruzione delle comunicazioni, dato che tutte le infrastrutture sono state spazzate via in poche ore.
I cittadini intervistati esprimono tutto il terrore che hanno vissuto quando hanno capito che non si trattava di un temporale estivo. «In 40 anni non abbiamo mai visto una cosa del genere» dicono al quotidiano Die Welt tre uomini della cittadina di Hagen, una trentina di chilometri a sud di Dortmund. A Wuppertal, qualche chilometro ancora a sud-ovest, le dighe rischiano di cedere e gli abitanti sono stati invitati a lasciare le loro abitazione in attesa che passi l’emergenza. «Sembra di essere in un film, è surreale», dice una donna di Solingen con in mano una cesta con un gatto, l’unico affetto che le è stato concesso di portare via quando la polizia ha ordinato l’evacuazione immediata.
«Nessuno può dubitare che questa catastrofe dipenda dal cambiamento climatico», ha detto il ministro dell'Interno Horst Seehofer, parlando allo Spiegel. «Un’alluvione con così tante vittime e dispersi non l’ho mai vissuto prima». Il ministro ha promesso aiuti per le aree colpito, e sollecitato maggiore impulso alle politiche ambientali. I capi di governo della Renania-Palatinato e del Nord Reno-Westfalia attribuiscono espressamente la calamità al cambiamento climatico, sostenuti peraltro dagli studiosi. Il professor Mojib Latif, ricercatore dell’Università di Kiel, ad esempio, ha spiegato alla televisione che l’aumento di temperatura che si registra da anni in tutto il globo, e anche nella stessa Germania, ha come conseguenza l’aumento di energia nei vari strati dell’atmosfera, che si scarica sul terreno in forma sempre più violenta quando le correnti calde si incontrano con quelle fredde. Nel momento in cui l’Unione Europea ha decisamente intrapreso la strada della riduzione di CO2, dalla politica e dal mondo della scienza si rafforza dunque la pressione perché si faccia urgentemente qualcosa. La stessa cancelliera tedesca Angela Merkel, in visita negli stati Uniti, nel constatare che «il numero di eventi meteorologici straordinari è aumentato drammaticamente» e nel promettere aiuti alle popolazioni colpite, ha detto che il mondo deve agire subito.
Non è mancata la solidarietà alla Germania da parte di papa Francesco, appena rientrato in Vaticano dopo l’operazione di alcuni giorni fa. In un telegramma inviato dal Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, e indirizzato al Presidente della Repubblica Federale di Germania, Franz-Walter Steiner, il Papa si è detto profondamente colpito e ha assicurato la sua preghiera per le persone che hanno perso la vita e ai dispersi, mentre ai familiari delle vittime ha assicurato la sua profonda partecipazione. Il presidente della Conferenza episcopale tedesca, Georg Bätzing, da parte sua ha rivolto i suoi pensieri e preghiere alle vittime, ai parenti e ai soccorritori. Anche i rappresentanti delle chiese tedesche hanno espresso la loro vicinanza. «Sono vicino alle persone colpite dalle forti piogge e dalle conseguenti inondazioni in questi giorni», ha scritto il presidente della Chiesa evangelica in Germania, Heinrich Bedford-Strohm. «L’acqua che molti desideravano durante la siccità è ora diventata una calamità. Il clima estremo ha causato gravi danni materiali. Ma quel che è peggio, sono diventati causa di grandi sofferenze umane», ha scritto il rappresentante dei protestanti tedeschi, il vescovo luterano Bedford-Strohm. Il presidente della Chiesa evangelica della Renania, Thorsten Latzel, si è detto dal canto suo «profondamente colpito dalle sofferenze che la tempesta ha causato. Le persone sono morte, le case sono crollate, gli scantinati allagati, i vigili del fuoco sono morti cercando di aiutare. Insieme a molti altri, prego per le persone colpite e per gli aiutanti. Allo stesso tempo sono grato per l’aiuto che viene fornito dalle nostre congregazioni e chiese: dall’aiuto di quartiere con il pompaggio, ai panini e al caffè caldo, al sostegno pastorale, ad esempio attraverso la pastorale di cura ed emergenza».