l percorso, di cinque chilometri, si
snoda tra i vicoli e le piazze della
città, collegando i due Sassi, Caveoso
e Barisano. L’ambientazione richiama
la Galilea dei tempi di Gesù,
catapultando il visitatore a duemila
anni fa. Siamo a Matera, la
terza città più antica del mondo
dopo Aleppo e Gerico, che dal 2 al 5 gennaio
si trasforma nel meraviglioso scenario
del più grande Presepe vivente
del mondo.
Un’edizione doppiamente
speciale: è la prima da quando la città
lucana è stata proclamata Capitale europea
della Cultura per il 2019, inoltre
quest’anno ricorrono i cinquant’anni
dal Vangelo secondo Matteo, il film di
Pier Paolo Pasolini che per primo svelò
la bellezza dei Sassi.
Quasi 400 figuranti, arti
Quasi 400 figuranti, arti e mestieri
dei tempi di Gesù, botteghe storiche.
“Segui la stella cometa” è lo slogan scelto
per l’edizione 2015. Due le zone: la
prima rievocativa, a cura del Gruppo
storico romano. Ottanta legionari riproducono
l’ambientazione romana, attraverso
nove quadri.
Si arriva poi in piazza San Pietro Caveoso,
dove inizia il secondo percorso,
quello presepiale: la prima scena – una
delle novità di quest’edizione – è quella
dell’Annunciazione, per poi entrare
nell’atmosfera della Galilea attraverso
le rappresentazioni di 300 figuranti. Troviamo
il cestaio, i panettieri davanti ai
forni storici, il falegname, il vasaio, la
Reggia di Erode, i pastori, fino ad arrivare
alla Natività, dove è stata montata
una stella cometa di oltre 4 metri di diametro.
E il gran finale (la seconda novità)
con la Strage degli Innocenti, rappresentata
da trenta figuranti.
«Il percorso sarà illuminato
da una
scia di oltre due chilometri di luminarie
», spiega Luca Prisco, direttore del
Comitato promotore del Presepe vivente,
«stiamo pensando di illuminare con delle Murge, il Golgota nel film
The Passion di Mel Gibson».
Sabrina Gagliardi è una delle responsabili Sabrina Gagliardi è una delle responsabili
della Pro Loco di Barile. È lei
ad aver curato l’intera scena di Erode ed
Erodiade, la moglie. «Rappresentano il
lusso e l’avversità verso il Messia», dice,
«per loro Gesù è una persona nulla. Abbiamo
cercato di curare i particolari di
questa scena, con un occhio agli sguardi,
alle posizioni del corpo, agli abiti
dei figuranti, per trasmettere il loro atteggiamento
di indifferenza verso Gesù
».
E aggiunge: «È un’emozione passeggiare
tra i Sassi, è come se vivessimo
l’attimo esatto della nascita di Gesù».
Per Matera il Presepe vivente è il primo
di una serie di appuntamenti che la
porteranno al 2019. A metà gennaio i
Sassi diventano protagonisti del remake
di Ben Hur, il film del 1959 di William
Wyler. In città sbarcherà la troupe della
Metro Goldwyn Mayer – con oltre 1.800
comparse – guidata dal regista Timur
Bekmambetov: tre mesi di riprese e un
budget di dieci milioni di dollari.