Quando aveva otto anni, due decenni orsono, Giandonato Salvia si trovò nella situazione di “condividere” il padre ginecologo con decine di coetanei africani. Il genitore tornava da periodi di missione con fotografie e video in cui suo figlio lo vedeva giocare con tanti bambini, proprio come faceva con lui. All’iniziale gelosia si susseguirono le domande, fino a quando a farsi strada fu la voglia di avvicinarsi al continente nero.
Un seme che via via è germogliato in Giandonato, oggi laureato in Economia degli intermediari e dei mercati finanziari e autore del volume L’economia sospesa. Il Vangelo (è) ingegnoso, pubblicato dalle Edizioni San Paolo.
Nelle pagine del volume il 28enne pugliese, originario di Monopoli (Bari), illustra nel dettaglio un progetto ambizioso e originale: Tucum (www.tucum.it), «app per dispositivi mobili che permette di redistribuire microdonazioni – da un minimo di 20 centesimi a un massimo di 10 euro – per l’acquisto di prodotti di prima necessità in favore delle persone più bisognose. Una possibilità di compiere l’elemosina non più solo con il contante, ma anche attraverso la moneta elettronica, limitando così tutti gli abusi legati ai falsi poveri e al racket dell’elemosina: il negozio o il bar dove si lascia il “panino sospeso”, per fare un esempio, lo destinerà a chi lo chiede avendo spesso un rapporto personale, diretto, con la persona che ne ha bisogno».
FACILE COME UN CAFFÈ
Infatti, «Tucùm permette di realizzare l’economia sospesa, basata sui principi della condivisione e della gratuità, che prende spunto dalla tradizione napoletana dell’offrire un caffè al bar a una persona che non avrebbe la possibilità di comprarselo», spiega Giandonato. «Chi dona non si impoverisce mai. Ed essere canali per i beni materiali significa riconoscerci custodi, non proprietari, di quanto ci viene donato».
Tucùm è un’app elettronica che – con un gioco di parole – concretizza l’applicazione del Vangelo. In particolare un brano risulta fondativo per Salvia: quello della moltiplicazione dei pani e dei pesci. «È un miracolo raccontato da tutti e quattro gli evangelisti. Mi ha sempre affascinato perché i discepoli non chiedono a Gesù di saziare la fame di migliaia di persone, ma di mandarle via; non sono insensibili, né tanto meno intendono mettere a repentaglio la vita di tutta quella gente. Però manca loro uno sguardo di compassione come quello di Gesù, che ha invece un cuore attento e sintonizzato sulle frequenze del dono incondizionato di sé. Se ci chiede la condivisione, siamo chiamati a metterla in pratica concretamente».
L’ESEMPIO DELLA FAMIGLIA
Questo stile Giandonato l’ha respirato in famiglia, fin da piccolo. Non solo suo padre andava e veniva dalle missioni, animando la onlus Solidarietà missionaria (che dal 1984 a oggi ha sostenuto più di 800 progetti in 39 Paesi del mondo, raccogliendo quasi due milioni di euro), ma la mamma – racconta il 28enne – «si occupava della famiglia (ho una sorella e un fratello più grandi) ed era sempre pronta ad accogliere in casa i missionari che passavano per l’Italia. Una presenza di tenerezza, la sua, che mi faceva comprendere il senso dell’amore e del sacrificio nel darsi agli altri. Mettendo la persona e i suoi bisogni sempre al centro».
Inoltre in famiglia, aggiunge, «non è mai mancata la preghiera: la sera, prima di dormire, a tavola, prima di pranzare. Sin da piccoli abbiamo imparato a dare valore a ciò che si aveva a disposizione, senza sprecare nulla: dal cibo ai vestiti. Non ho mai avvertito il volontariato come un lavoro: è sempre stato un motivo di crescita e di apertura a chi era o è diverso da me».
A 17 anni Salvia parte per la sua prima esperienza in terra di missione, destinazione Guinea-Bissau. «Lì ho incontrato la povertà, ho conosciuto malattie come la lebbra e la tubercolosi». A questo viaggio ne sono seguiti tanti altri in Africa (Repubblica democratica del Congo, Liberia, Mozambico, Tanzania), in Brasile, Ecuador e Bulgaria. «I poveri che ho incontrato mi hanno profondamente arricchito. La povertà è disarmante, ti spiazza: comprendi che quello che hai materialmente non riempie la tua vita. Ti pone davanti a un contrasto fra beni materiali e immateriali, svelando che il segreto più profondo della felicità viene dato dalla relazione, dallo stare insieme: la vera ricchezza della vita. La povertà, quindi, ti fa recuperare la tua chiamata originale».
UN AIUTO PER LA DIGNITÀ
Nel progetto Tucùm, realizzato in collaborazione con Caritas Italiana e pienamente operativo a partire da questo mese di gennaio, Salvia ha sintetizzato fede, volontariato ed economia, mettendo al centro le persone, soprattutto quelle in difficoltà. E il libro vuole diffondere questa iniziativa, anzitutto spiegandone il senso profondo: «L’autore mi ha aiutato a rendermi conto che l’economia, oltre che di mercato, di speculazione, di Borse, di spread, può interessarsi anche del mondo dei poveri, di bene comune, di servizio, di socialità», scrive nella prefazione il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente di Caritas Italiana, che definisce Giandonato «economista che ragiona con il cuore».
La logica di «trasparenza e gratuità» che muove l’iniziativa, oltre a coinvolgere finora una trentina di diocesi in tutta Italia, sta toccando tanti non credenti che aderiscono all’iniziativa. «Un aspetto che mi rende felice perché raggiunge chi è lontano dalla Chiesa e dà in qualche modo un’opportunità di essere solidali», chiude Salvia. «Ma l’obiettivo ultimo è aiutare i poveri a trovare un lavoro, a recuperare la dignità violentata a causa della povertà. Senza mai dimenticare che dietro a ogni povero c’è il volto di Gesù».
Foto di Maria Pansini
PER SAPERNE DI PIU'
L'economia sospesa offre la possibilità di vivere concretamente la logica evangelica del dono: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8). Ecco come un'app mette in pratica l'indicazione, spiegata dallo sviluppatore...