Debuttare con un film sul rapporto quotidiano tra una donna di mezza età e la madre molto anziana richiede coraggio e sensibilità d’autore. Ma Tra cinque minuti in scena, ora nelle sale, si rivela una sfida vinta per la giovane regista Laura Chiossone, che ha mixato documentario, fiction e teatro per raccontare un tema difficile: l’invecchiamento di un genitore e le cure assidue che richiede giorno dopo giorno.
Il risultato è una storia sincera e piena di umanità, a volte dolente ma spesso anche ironica, con sprazzi di comicità che ben rappresentano la varietà della vita.
Perché sul grande schermo scorre la realtà vera dell’attrice Gianna Coletti, cinquantenne alle prese con la madre Anna, ultranovantenne che debutta al cinema interpretando sé stessa. Ormai cieca nonostante indossi occhiali 3D per l’abitudine ad avere qualcosa sul naso, non più autosufficiente e dipendente dalla figlia come una bambina, Anna Coletti conserva umorismo, protagonismo e il gusto dei piaceri piccoli: una caramella, un cioccolatino assaporato golosamente, la canzone Il tango delle capinere cantato in duo con Gianna che l’accompagna alla chitarra.
Nel film Gianna è alle prese con le prove di una commedia teatrale che racconta proprio di una donna adulta e della madre anziana, e nel backstage i preparativi si intrecciano con le vite degli interpreti e il problema di finanziamenti sempre più labili. Se Gianna deve conciliare di continuo il lavoro con le telefonate e le interruzioni per le cure alla mamma vera, ognuno dei suoi colleghi e lo stesso regista della commedia hanno una vita intrisa di problemi e speranze. E gli altri interpreti del film (Gianfelice Imparato, Anna Canzi, Elena Russo Arman, Urska Bradaskija, Luca Di Prospero) ben rappresentano l’intrecciarsi di vite normali che custodiscono tanti elementi di originalità.
Non c’è dubbio, però, che le protagoniste siano Gianna Coletti e Anna
Coletti. L’attrice, che ricorda molto la Melato sia nell’aspetto sia nei
toni di accentuata, popolare milanesità, risulta toccante anche come
persona. Perché non recita quando passa con tocco lieve la spugna ben
strizzata sulle gambe della madre, o quando l’accompagna con la chitarra
per distrarla dai suoi silenzi, o la prende in giro con affetto
ironico. D’altro canto, certi sarcasmi di Anna Coletti (che pure a volte
lancia degli “Aiuto!” pieni di angoscia) dimostrano una vitalità
inespugnabile e tempi comici innati.
Ecco un esempio di dialogo tra le
due. Gianna: “Mammetta, da uno a dieci quanto mi vuoi bene?”. Anna:
“Dieci”, Gianna: “E secondo te, da uno a dieci quanto ti voglio bene
io?”, Anna: “Non lo so”.
Senza toni predicatori, Tra cinque minuti in scena lancia un messaggio
di umanità e speranza sul rapporto con i genitori molto vecchi:
l’intimità è possibile, la dolcezza degli affetti può essere una
conquista nuova mentre un corpo invecchiato diventa un corpo da accudire
quanto e più di quello di un bambino. In concomitanza con il film,
Gianna Coletti ha aperto il blog www.mammaacarico.com, dal significativo
sottotitolo “Mia figlia ha 90 anni”. Molti scrivono, soprattutto donne.
E moltissimi vivranno sullo schermo un’identificazione che apre il
cuore alla tenerezza.