Il post pubblicato sul suo profilo Facebook da Gianni Morandi
Se volete una prova di come questo Paese si è incattivito, che ogni tanto, come un'eruzione vesuviana, fa emergere con violenza il suo lato oscuro razzista, andate sulla pagina Facebook di Gianni Morandi. Proprio lui, Morandone nostro, il figlio del ciabattino di Monghidoro, uno dei miti viventi di questo Paese, il ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones: rappresenta la simpatia per antonomasia, interpreta canzoni di immortale successo che hanno attraversato tre e forse quattro generazioni, piace a nonne e nipoti, è un figlio di quella terra, l’Emilia, che sembra aver ereditato il gene dell’altruismo, dell’amicizia, dell'accoglienza, della sanguigna convivialità. Ieri il Gianni nazionale, a poche ore dalla tragedia immane del Mediterraneo, ha postato un pensiero molto bello e caldo di solidarietà, com’è nel suo stile, verso i migranti che attraversano a rischio della vita il Canale di Sicilia in cerca di fortuna e di un futuro migliore. Eccolo:
A proposito di migranti ed emigranti, non dobbiamo mai dimenticare che migliaia e migliaia di italiani, nel secolo scorso, sono partiti dalla loro Patria verso l'America, la Germania, l'Australia, il Canada... con la speranza di trovare lavoro, un futuro migliore per i propri figli, visto che nel loro Paese non riuscivano ad ottenerlo, con le umiliazioni, le angherie, i soprusi e le violenze, che hanno dovuto sopportare! Non è passato poi così tanto tempo...
In pochi minuti sono piovuti come grandine i commenti dei fan. Commenti molto critici, in totale disaccordo, perfino offensivi per oltre la metà. Commenti sconvolgenti se si presume che il milione e duecentomila fans della sua pagina la pensino come lui. Gianni per due ore si è messo davanti al computer e ha risposto, colpo su colpo, a quell’ondata impietosa di pregiudizi, falsità, egoismi, leggende metropolitane, che avevano un determinatore comune: un egoismo di fondo, un rifiuto dell’altro, di chi soffre e ci tende una mano. Ma non è bastato. “Non pensavo che tra i tuoi fans ci fossero tanti adoratori di Salvini” le ha scritto una fan dopo aver letto una lunga lista di improperi. “Canta che è meglio”, era uno dei più gentili. “Caro Gianni, quanti ne hai ospitati a casa tua di questi?”. E lui: “Caro Leonardo, qualcuno posso ospitarlo”. E un altro: "Potevi risparmiartela questa uscita infelice. Gli Italiani emigravano per lavorare dove la mano d'opera era richiesta, non invadevano i continenti per farsi mantenere. Capito la differenza?"
Alla fine Gianni Morandi si è arreso, stremato:
Sono sorpreso dalla quantità di messaggi al mio post di ieri. Sto continuando a leggere ma penso sia impossibile arrivare in fondo... 14mila messaggi! Ho anche risposto ieri sera per un paio d'ore. Forse non mi aspettavo che più della metà di questi messaggi facesse emergere il nostro egoismo, la nostra paura del diverso e anche il nostro razzismo. A parte gli insulti, che sono ormai un'abitudine sulla rete, frasi come "andrei io a bombardare i barconi" o "sono tutti delinquenti e stupratori" oppure "vengono qui solo per farsi mantenere", mi hanno lasciato senza parole... Magari qualcuno di questi messaggeri, ha famiglia, figli e la domenica va anche a messa. Certamente non ascolta però, le parole di Papa Francesco...
Poi ha spento il computer e se n’è andato vicino a Lecco a visitare la Cascina Don Guanella, insieme a Don Agostino Frasson. Con un’amarezza nell’anima che non si può descrivere, e un peso sul cuore.