Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
giovedì 14 novembre 2024
 
Famiglia e famiglie
 

Quelle piccole e grandi disperazioni che arrivano alla nostra "posta del cuore"

12/11/2017  Ormai da anni i nostri storici consulenti familiari, Mariateresa Zattoni e Gilberto Gillini, ricevono lettere da giovanissimi e abbonati ottantenni. Da single e donne sposate. Uno spaccato della meraviglia, ma anche delle difficoltà e delle contraddizioni della famiglia italiana: problemi, anche gravi, nella sessualità di coppia; oppure figli-prigionieri che lamentano il tormento di gentitori iper-protettivi. «E quarantenni che si sentono in colpa se lasciano da soli papà e mamma», spiegano gli autori. «Ma non mancano lettere serene e colme di gratutudine»

(nella foto: i coniugi Mariateresa Zattoni e Gilberto Gillini, consulenti familiari e autori di una seguitissima e storica rubrica sul settimanale Famiglia Cristiana)

 

Chissà se le numerosissime lettere che riceviamo alla “posta del cuore” siano un campione rappresentativo dei disagi, delle domande, dei bisogni, delle disperazioni che abitano oggi le famiglie italiane. Siamo ben sicuri però che Famiglia Cristiana arriva negli angoli più impensati e non sappiamo per quali vie: ci scrivono ultraottantenni e giovanissimi; donne sposate, risposate e single; coppie giovani disorientate e coppie mature con decenni di matrimonio sulle spalle, e molti nonni; credenti (la maggior parte) ma anche non credenti che cercano – talora dicono – risposte “sensate”, pur essendo ben consapevoli  dell’orientamento di fede della rivista.

Ebbene, quali linee emergono da queste lettere talora brucianti e disperate, talora semplicemente “narrative” anche su aspetti buoni e sereni della vita familiare?

La prima linea che vorremmo evidenziare è quella della sessualità di coppia: uomini che si lamentano di donne distanzianti, fredde, demotivate al rapporto sessuale; donne che non si sentono amate proprio “in quei momenti” (come si espresse una sposa da trent’anni) che vorrebbero eliminare il sesso (mentre credono di essere molto “affettive”!) o che al contrario si lamentano di mariti troppo “tiepidi”.

Come leggere queste piccole/grandi disperazioni, in un’epoca di liberalizzazione sessuale? Troppo facile dare la colpa a una Chiesa che non ha ancora capito la “teologia del corpo” di un suo santo papa, Giovanni Paolo II! Il punto è che sulla sessualità – nelle chiacchiere da bar, nei mass media, nella cultura digitale – si sta diffondendo un’idea di sesso come puro-magico piacere per sé, come impulso e soddisfazione autocentrati. Ne sono vittime gli uomini che magari si aspettano una "moglie-porno" e le donne che non si credono “all’altezza” di un piacere spontaneo, autocelebrativo. Siamo consapevoli ancora troppo poco che il rapporto sessuale è appunto un rapporto, cioè si dà nella relazione!

C’è un secondo nodo che emerge nelle lettere che riceviamo: ed è la difficoltà a reggere le “differenze” come “bene di famiglia”; e non solo – come appare ovvio – la differenza originaria del maschile e del femminile, la differenza di stili educativi, la differenza tra nuova famiglia  e famiglia di origine, ma soprattutto la differenza genitori-figli, quella che sembrerebbe più ovvia, dove non vale almeno la… differenza  di numero di scarpe (come diciamo spesso in metafora).

Figli sognati, visti, perfino educati come partner ideali, come “tappabuchi” per le proprie delusioni affettive, figli ridotti a “utenti”, cui si devono molti servizi, che si trattengono rendendo loro tutto possibile; e sono poi figli-prigionieri, non “lasciati andare”, iperprotetti, dove l’iperprotezione suona scarsa fiducia nelle loro (dei figli!) risorse.

E così ci scrivono genitori del “dove abbiamo sbagliato?” o figli – perfino quarantenni – che si sentono in colpa se “lasciano" la mamma e il papà… da soli!

Da ultimo non nascondiamo di ricevere lettere che narrano gratitudine, stupore o semplicemente serenità. Confessiamo che talora le trascuriamo perché ci sembra più urgente rispondere ai gridi di aiuto che ci arrivano, pur sapendo che non ci può essere una forma di terapia o di consulenza senza il contatto diretto tra chi chiede e chi offre aiuto.

I vostri commenti
3

Stai visualizzando  dei 3 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo