Tutto iniziò un anno fa, con la visione
del suo video nell’aula magna del liceo.
È il 21 marzo, Giornata mondiale
della sindrome di Down. L’effetto
di quei cinque minuti di proiezione
è clamoroso. La platea, commossa,
viene rapita dalla genuinità e l’originalità
del soggetto: un bambino
Down, vestito da adulto con tanto di valigetta
24 ore e papillon, che si presenta a un colloquio
di lavoro e risponde alle domande dell’intervistatore
in modo surreale, spiazzante.
L’autore del corto, dal titolo The simple interview,
è il diciannovenne Giacomo Mazzariol,
che lo ha girato e montato in una sola notte, con
l’aiuto delle due sorelle. Il bambino è il suo fratellino
Giovanni. Il video postato su YouTube fa
letteralmente impazzire il popolo dei social. Su
Facebook le condivisioni non si contano più. Pochi
giorni e i due fratelli, “Jack e John”, finiscono
sulla stampa nazionale e le Tv. Evidentemente
quelle poche sequenze, girate in modo artigianale,
sulla “diversità” erano davvero… diverse. In
tutti i sensi. «Come definirei quel video? Come
una storia d’amore fraterno. Il resto è venuto
da sé», commenta laconico Giacomo.
È trascorso giusto un anno, da allora. Giacomo e Giovanni continuano la loro vita di fratelli.
Continuano a dormire nella stessa camera, alzarsi
assieme al mattino («Ma è sempre Giò che
mi sveglia», dice il fratello) e ad andare a scuola.
Giovanni alle medie e Giacomo al liceo Giorgione
di Castelfranco Veneto, la città dove vivono
con il resto della famiglia. Continuano a giocare
assieme, a tirarsi le decine di peluche accatastati
sul pavimento e a inventare nuovi divertimenti.
Giacomo deve prepararsi per la maturità
imminente, Giovanni continua ad avere tutti i
problemi che la malattia gli provoca. «Ma ciò che
è diverso, forse, è il nostro modo di affrontarli. Il
modo di rapportarsi a lui: cerchiamo di vincere
i facili stereotipi, provando a metterci nei suoi
panni, nei suoi pensieri, nei suoi occhi», spiega il
fratello maggiore.
Così, alcuni mesi fa, Giacomo, rubando al
sonno qualche ora notturna, s’è messo a scrivere un libro sullo stesso soggetto:
suo fratello Giovanni, «o meglio», precisa,
«la storia di Giovanni e quella del
mio rapporto in movimento con lui».
Ora per Einaudi è in uscita il frutto
della sua fatica: s’intitola Mio fratello
rincorre i dinosauri. Storia di me e Giovanni
che ha un cromosoma in più. «Non
un libro sulla sindrome di Down, parola
che citerò sì e no cinque volte in
tutte le 170 pagine, ma su mio fratello
e su di me che cerco di scoprire chi sia
Giovanni. Quale sia il suo mistero». Il libro, «una specie di romanzo di
formazione», è un susseguirsi di episodi,
aneddoti e storie di vita quotidiana
della famiglia Mazzariol, raccontati
in modo ironico e sbarazzino,
che prendono il via dal giorno in cui i
genitori annunciano ai tre
figli che sta
per arrivare il quarto fratellino. Un fratello
“speciale”: così lo definisce il
papà. E su questa parola Giacomo, che
aveva allora 5 anni, inizia a fantasticare.
Cosa poteva voler dire “speciale”, se non
una persona con poteri speciali, una
sorta di alieno, un supereroe?
Giacomo iniziò, così, a scoprire le
“specialità” di questo fratello, dagli
occhi così simili a quelli di un cinese,
e dal sorriso sempre sulle labbra.
E non ha ancora fi
nito la sua ricerca.
L’impegno che s’è dato l’ha dichiarato
nel libro: «C’era magia in tutto ciò che
faceva e io avrei passato la vita nel tentativo
di catturarla».
Il tesoro prezioso che nasconde
questa storia sta proprio nella scelta,
che non può che essere atto d’amore, di
provare a decifrare i rebus che Giovanni
sembra sempre proporre con le sue parole
e i suoi gesti. «Se ti cimenti, scopri
che non esiste un solo modo, il nostro,
di concepire il tempo e lo spazio, ma che
venti minuti possono dilatarsi all’infinito, e che arrivare al supermercato
può significare un viaggio lunghissimo.
Così è per Giovanni», spiega il fratello.
Basta cambiare prospettiva.
«Una mattina l’insegnante chiese
a Giovanni di disegnare qualcosa che
richiamasse la guerra. E lui che ti fa?
Una donna sola con un gelato in mano.
Un compito totalmente fuori tema, si
sarebbe detto. Ma se invece pensiamo
che mentre gli uomini vanno al fronte
a combattere, le donne se ne devono
stare da sole, non c’è forse del vero e
del profondo in questa immagine della
guerra?», si chiede il fratello. Come
dire: se lo cogli, se vai sotto la crosta
dell’ovvio, ti si apre davanti il suo mondo
fantastico; se esci dagli stereotipi,
guadagni qualcosa anche tu, arrivi a
gustare la relazione con una persona
come lui. Signifi
ca, insomma: prendere
il buono della vita, il frutto più dolce
dell’esistenza, affrontare le dif
ficoltà
sempre con il sorriso sulle labbra. «È
quanto m’ha insegnato il mio fratellino
“speciale” che parla coi dinosauri».
Giò sa di essere
finito nei giornali.
Sa che il fratello ora ha pure scritto
un libro su di lui. Questo però non lo
emoziona più di tanto. Per citare la
fine del libro, «in fondo accade sempre,
con i supereroi».