Una volta c’era il lotto ed il totocalcio, ora le slot machine dei bar e le sempre più numerose sale da gioco. Il gioco d'azzardo è ormai un fenomeno che assume i contorni dell’emergenza sociale: «In dieci anni sono il 700 per cento delle persone in più prese nella rete di questa nuova ed inedita dipendenza» ricorda Francesco Belletti presidente del Forum delle Associazioni Familiari. «700mila sono i giocatori compulsivi che non possono fare a meno della dose quotidiana». Come tutte le dipendenze, anche quella del gioco crea un “indotto” di sofferenza: «si stima infatti che per ognuno di quei giocatori ci sono almeno sei familiari che soffrono economicamente o psicologicamente le conseguenza di questa patologia».
Le persone dipendenti dal gioco d'azzardo pesano sulla società con costi umani ed economici incalcolabili: «Un dramma reso ancor più odioso dal fatto che lo Stato fa, senza alcun pudore, bottino con i suoi proventi. Se non esserne promotore o gestore. Dal gioco d’azzardo affluisce nelle casse dello Stato un fiume di soldi sempre più ricco e promettente al quale è difficile dire di no, specie in tempi di magra. Se solo nei primi dieci mesi di quest’anno le entrate tributarie da lotto, lotterie e slot hanno superato i 10 miliardi di euro si capisce come lo Stato non voglia rinunciare ad una vera e propria miniera d’oro».
A questo si aggiunge il fatto che sempre lo Stato agevola fiscalmente lo start up: «In pratica sollecita l'apertura di nuove sale da gioco oppure applica una tassazione simbolica, inferiore anche a quella dei beni di prima necessità, per i giochi on line» spiega ancora Belletti che conclude: «per questo che il Forum aderisce alla mobilitazione “no slot” lanciata da Vita e che coinvolge già singoli cittadini, famiglie, associazioni, amministratori pubblici che richiedono norme e controlli sul settore ed ipotizzano il ricorso allo strumento della proposta di legge di iniziativa popolare per frenare l’espansione del gioco on line e su cellulare».
(http://www.vita.it/noslot/index.html)