Il meccanismo narrativo è di quelli più intriganti. Nel borgo marinaro immaginario di Castel Marciano scompare una ragazza di 16 anni: l’intero paese è in vari modi coinvolto, rivelando segreti impensabili. Tutti sono sospettati, mentre una coppia di detective indaga. Nella migliore tradizione delle fiction di stampo anglosassone, Il silenzio dell’acqua, di cui va in onda la prima puntata l’8 marzo su Canale 5, ha tutti gli ingredienti per tenere lo spettatore incollato allo schermo. Protagonista è Giorgio Pasotti, il vicequestore Andrea Baldini, il primo a mettersi sulle tracce della ragazza, figlia di un’amica ed ex danzata del figlio.
Il suo personaggio sembra essere il solo limpido e senza ombre…
«È cresciuto nel borgo di Castel Marciano, fa il poliziotto da 15 anni e conosce tutti gli abitanti. Vive quindi il contrasto tra la sua responsabilità nelle indagini e il legame d’affetto che ha con molti di loro».
E come vive il rapporto con la rigida vicequestore di Trieste, interpretata da Ambra Angiolini?
«Lui avrebbe voluto condurre da solo le indagini, ma si vede costretto a essere comandato e ciò aggrava le sue relazioni con gli abitanti. Però la professionalità della collega è per lui uno stimolo a impegnarsi maggiormente».
Come descriverebbe il paese di Castel Marciano?
«È un paese sereno, un porticciolo accogliente con acque cristalline: da un lato c’è la bellezza del luogo, dall’altro l’inquietudine che serpeggia».
Dopo l’esperienza di Distretto di Polizia è tornato a vestire la divisa. Si sente un po’ poliziotto nell’anima?
«Nella mia carriera d’attore ho indossato tante divise: sono stato un carabiniere, un medico soldato della Seconda guerra mondiale e sono stato persino Giuseppe Garibaldi. La divisa in sé è molto affascinante, e poi è interessante calarsi nella dinamica delle indagini».
Anche nella vita lei è un uomo di azione?
«Sono uno sportivo, ho praticato a livello competitivo le arti marziali, faccio boxe e mi piace sciare. Proprio in questo momento sono in settimana bianca con mia figlia Maria. Nello sport riesco a sfogare tutte le tensioni accumulate, mi aiuta a vivere meglio. E poi sono una persona operativa, scrivo la mia vita. Ho anche fatto due film da regista e ho scritto un libro, Dentro un mondo nuovo, in cui racconto la mia esperienza in Cina».
È stato proprio lì che ha cominciato a recitare…
«Proprio per approfondire la pratica delle arti marziali, in particolare il Wushu, ho vissuto in Cina e lì sono stato notato da una produttrice cinematografica di Hong Kong che mi ha voluto in alcuni film d’azione, in cui facevo la parte del cattivo. Al mio rientro in Italia sono stato chiamato dal regista Daniele Lucchetti per un ruolo nel film I piccoli maestri».
Ha mai frequentato scuole di recitazione?
«Ho studiato molto ma da autodidatta, mi reputo un artigiano dello spettacolo».
Lei ha il volto del bravo ragazzo. Ma ha anche fatto ruoli negativi?
«Certo, in Quale amore ero un femminicida, in Nottetempo un poliziotto che ritorna nel suo paese per strappare il figlio alla madre. In Volevo solo dormirle addosso ero un cinico tagliatore di teste».
Un altro personaggio che ci è molto caro è quello di Lino Zani, il maestro di sci di Giovanni Paolo II. Lei ha mai incontrato papa Wojtyla?
«Purtroppo no, anche se l’ho sempre considerato il mio Papa, quello della mia gioventù. Mi è rimasta nella mente l’immagine di lui che cammina sulle montagne che amo. Però ho incontrato papa Francesco ed è stata una grande emozione. Io sono credente, ho assolutamente fede in qualcosa al di sopra di noi, che chiamiamo Dio».
Da qualche tempo lei entra nelle case degli italiani come volto di una celebre pubblicità. Questo le ha dato una nuova popolarità?
«Mi piace che sia messa in scena una giovane coppia moderna alle prese con i problemi del quotidiano nel loro mulino, dove fanno biscotti e merendine. La gente in effetti mi ferma per strada e sono felice di questo, anche se mi sembra un po’ buffo essere conosciuto per uno spot quando ho fatto tanti film tra cui uno, La grande bellezza, che ha vinto l’Oscar».